L’Aquila. In Abruzzo c’è una vera emergenza sociale che rischia di cancellare i diritti di migliaia di cittadini. Così denunciano i consiglieri regionali del Pd Sclocco, D’Amico e Ruffini, che contestano la situazione che si è venuta a creare con la legge sulla vita indipendente (mai attuata), i malati oncologici, i tagli sulla riabilitazione e tante altre situazioni che attendono ancora di essere affrontate.
Per questo i rappresentanti del Pd hanno scritto una lettera alla presidente della V Commissione Nicoletta Verì, chiedendole di convocare subito una seduta per discutere di questi argomenti, alla presenza anche degli assessori regionali al Bilancio e al Sociale.
“Ogni giorno sulla stampa – tuonano i tre – possiamo leggere storie di disabili senza tutele, anziani abbandonati che non trovano più sostegno del pubblico o dei mancati sussidi ai malati oncologici. A nostro giudizio queste problematiche sono di un’assoluta gravità e rappresentano uno scenario di vera e propria emergenza sociale per la nostra Regione”.
I consiglieri regionali raccontano di ricevere quotidianamente segnalazioni e e-mail da parte di associazioni che denunciano il grave stato di abbandono in cui versano i propri assistiti. “Per non parlare – continuano – delle proteste pubbliche, sit-in, manifestazioni contro la politica e le istituzioni, che non si occupano più di questi problemi, creando una vera e propria situazione di “Diritti Negati”. Così come restano gravi problemi anche per i trapiantati ed in generale per la gran parte delle tutele previste dai Piani Sociali. Alle scarse risorse regionali si aggiunge inoltre una posizione inconcepibile del Governo e della stessa Corte Costituzionale, che ripetutamente hanno impugnato leggi regionali che finanziavano misure a sostegno di queste categorie”.
Ultimamente si è inoltre aggiunta la questione dei tagli alle prestazioni riabilitative ex art. 26. Il decreto firmato dal Commissario/Presidente Gianni Chiodi prevede un taglio indifferenziato e lineare sulle prestazioni di riabilitazione. “Le ripercussioni di tale decisioni – lamentano Sclocco, D’Amico e Ruffini – sarebbero molto gravi e si andrebbero ad aggiungere a quelle sopra descritte, con dei riflessi su categorie deboli e bisognose di cura che non possono certamente farne a meno o decidere di non curarsi. La decisione di Chiodi riaccende la problematica della mobilità passiva verso altre regioni, dove molti cittadini abruzzesi si stanno rivolgendo in cerca di cure riabilitative, con la conseguenza di un notevole aumento dei costi del bilancio della sanità regionale. Le questioni sono quindi molte, ma se vogliamo dare un segno credibile ed immediato riteniamo che si debba ripartire da un confronto serio, istituzionale, condiviso. La nostra proposta è che vadano trovate ulteriori risorse per le tutele sociali di persone malate ed emarginate socialmente”.