E’ questo l’allarme lanciato dal responsabile regionale dell’IdV Alfonso Mascitelli che parla di “scarsa chiarezza nell’uso delle risorse pubbliche comunitarie e nazionali”.
Più precisamente, il politico ipotizza l’esistenza di “percorsi pilotati” con l’obiettivo di indirizzare denaro pubblico dentro precise “tasche”, come nel caso di “Start Up Start–Hope”, il bando pubblico regionale gestito appunto dalla FIRA e dedicato alla nascita e crescita di imprese innovative.
Secondo quando raccontato da Mascitelli, infatti, la Regione avrebbe messo a disposizione una dotazione di 9 milioni di euro a valere sui fondi POR FESR e la FIRA è divenuta soggetto gestore di tale fondo. “Le domande di partecipazione – precisa in merito il responsabile IdV – vanno quindi inviate alla FIRA che nomina una commissione di valutazione per l’esame dei progetti che, in caso di esito positivo, dà luogo a un’ultima fase negoziale a trattativa privata tra il soggetto gestore che è sempre la FIRA e l’impresa proponente. Nel frattempo – continua Mascitelli – la FIRA, con proprie quote azionarie, partecipa alla costituzione di una nuova società, la SMART, società a responsabilità limitata, di cui diventa presidente lo stesso presidente della FIRA, Rocco Micucci”.
Nella valutazione delle domande pervenute, fa sapere Mascitelli, è stata proprio la SMART ad aggiudicarsi il massimo punteggio per un progetto di costruzione di pyrocombustori a Bussi, vincendo in questo modo il bando e accedendo alla fase negoziale, “che – precisa il politico – sarà gestita dal soggetto gestore, cioè sempre la FIRA. A questo punto viene il dubbio: Micucci presidente della FIRA e presidente della SMART da che parte del tavolo si siederà nella fase negoziale? E quale par condicio viene garantita alle altre imprese che non hanno la benedizione della FIRA?”.
Significativo, secondo Mascitelli, anche il titolo del bando pubblico: “Aiuto alle piccole e nuove imprese”. “Infatti – precisa il politico – nella compagine societaria della SMART sono presenti tra gli altri come soci la RIECO, la Ecologica Sangro e la DECO degli imprenditori Di Zio e la New Trade, società che aveva rilevato un ramo della Golden Lady di Gissi e indagata in Toscana. E’ evidente che non sono ne piccole imprese ne tanto meno nuove, almeno alle cronache. Spero che la Giunta Regionale, deputata al controllo, prepari per il futuro motivazioni più convincenti rispetto a quelle usate sull’uso dei fondi comunitari per la vicenda Ecosfera”.