Fatto questo che porterà, molto probabilmente (si attende solo l’ufficializzazione di Chiodi), gli abruzzesi alle urne il 25 e 26 maggio 2014.
Dopo il commento amaro del capogruppo Pd, Camillo D’Alessandro, insorge anche l’Idv, con il suo responsabile regionale, Alfonso Mascitelli.
“E’ assolutamente falso che l’Avvocatura Generale abbia espresso un chiaro parere favorevole sull’election day” ha detto. “Al contrario ha posto il rischio fondato, in caso di forzature, che verranno sollevate questioni di costituzionalità sia sulla legge elettorale abruzzese che sullo stesso articolo 7 del D.L. 98 del 2011, nella parte in cui non fa salva la compatibilità con gli ordinamenti regionali. L’emendamento approvato nell’ultima seduta del Consiglio Regionale, con il solo voto contrario del consigliere IdV Lucrezio Paolini, è una pezza a colori peggiore del buco, perché intervenendo su materia elettorale viola lo statuto regionale all’articolo 14, che vieta di modificare leggi elettorali nei sei mesi antecedenti la scadenza naturale della legislatura. Se poi questo emendamento vergogna lo nascondono in una leggina che porta un titolo di altra materia è lo stesso di fare una rapina, in questo caso di sovranità popolare, entrando dalla finestra anziché dalla porta principale. Noi abbiamo già pronta una dettagliata relazione scritta che invieremo come appello – ricorso al Presidente del Consiglio Letta e al Ministro per le Questioni regionali Delrio, affinchè il Governo, che in questa fase è l’unico legittimato, possa sollevare la questione di legittimità costituzionale impugnando l’emendamento vergogna. Sarà un momento importante per fare chiarezza sulla reale volontà dei partiti e non sulle dichiarazioni di facciata. In questi giorni siamo già stati contattati da diversi legali che ci hanno offerto il loro patrocinio gratuito per il ricorso al TAR contro il decreto di indizione delle elezioni che verrà firmato da Chiodi. E nei prossimi giorni annunceremo altre iniziative importanti nelle piazze, perché paralizzare l’Abruzzo per sei mesi in una condizione di ordinaria amministrazione, come ha confermato l’Avvocatura Generale, solo perché il centro destra teme di perdere le elezioni, assecondato da alcuni consiglieri regionali all’ultimo giro, è una vergogna nazionale”.
E sul fronte Pd, interviene anche il segretario provinciale Roberto Verrocchio (Teramo). “Non si è mai vista una legislatura regionale allungarsi la vita di sei mesi” ha commentato. “Se pensiamo che l’Abruzzo meriti un governo migliore di questo, come penso io, abbiamo il dovere di votare al più presto. Purtroppo quella di ieri in consiglio regionale è stata una brutta pagina. In provincia di Teramo viviamo sulla nostra pelle gli errori e l’inadeguatezza del centrodestra, ad esempio con il clientelismo nella sanità, il mancato sostegno al lavoro, il massacro delle politiche sociali. Come si fa ad accettare che un consiglio rimanga in carica per altri mesi, nonostante la sua scadenza, con delle indennità che verranno comunque pagate ai consiglieri e con una consiliatura che comunque non potrà prendere alcuna decisione? Una cosa del genere non si è mai vista, e il consiglio regionale si è piegato ad una norma che non può stare né in cielo né in terra”.