Arpa alla canna del gas: proclamato lo stato d’agitazione

arpa_1Arpa è un’azienda azienda sana e con grandi prospettive che sta andando bene, investe, rinnova il suo parco auto rendendolo pienamente funzionale, fa scelte di investimento oculate e soprattutto riduce i costi di manutenzione e di gestione. Il giudizio sull’operato dei vertici è meritevole di essere segnalato e conferma che il nuovo corso sta producendo frutti positivi per l’intera collettività abruzzese”.

Così parlava, solo qualche mese fa, il governatore Gianni Chiodi, a proposito dell’azienda di trasporti (una delle tre) abruzzese.

Parole che oggi stonano con la realtà. E la realtà vede una situazione finanziaria che i sindacati non stentano a definire “alla canna del gas”, tanto da indurli a proclamare lo stato di agitazione. Ad annunciarlo sono le segreterie regionali di Filt Cgil e Faisa Cisal, che hanno, inoltre, attivato le procedure di raffreddamento, anticamera dello sciopero, contro la Società e la Regione.

“Un passaggio obbligato” spiegano Franco Rolandi (Filt Cgil) e Luciano Lizzi (Faisa Cisal) “dopo gli allarmanti dati accertati nel bilancio 2012 e che hanno fatto da riscontro alle preoccupanti dichiarazioni rese giovedì scorso dal presidente Massimo Cirulli alle organizzazioni sindacali regionali di categoria”.

UNA SITUAZIONE ECONOMICA E FINANZIARIA DRAMMATICA. Oltre cinque milioni di perdite nel solo anno 2012 per un totale di oltre 10 milioni di disavanzo registrato nell’ultimo triennio (2010-2012). Debiti verso banche e fornitori per circa 43 milioni di euro. Questi, continuano i sindacalisti, in sintesi i risultati dell’amministrazione Cirulli nonostante la contestuale presenza di alcuni dati sicuramente positivi per l’azienda, come ad esempio la riduzione del costo del personale (quasi due milioni di euro in meno rispetto al 2011), frutto di un sensibile decremento dell’unità lavorative passate da 1022 a 929 dipendenti. Così come è rilevante il risultato conseguito sul versante delle entrate con un incremento degli introiti da traffico (vendita di titoli di viaggio) di oltre 1.200.000€ rispetto all’anno precedente, nonostante la riduzione dei servizi al pubblico.

MANCANO ALL’APPELLO LE RISORSE PER I TAGLI AI SERVIZI IPOTIZZATI NEL 2011 DALLA REGIONE E POI NON PIU’ EFFETTUATI. “La Regione Abruzzo” aggiungono “con il colpevole atteggiamento attendista del presidente Cirulli, ad oggi non contribuisce inspiegabilmente all’Arpa circa 1.600.000 chilometri che da soli coprirebbero almeno una parte del buco di bilancio. Stiamo parlando di alcuni servizi essenziali che dopo i tagli del 10% imposti dalla Legge Finanziaria Regionale 2011, furono ripristinati a causa delle condivisibili proteste dei sindaci delle città interessate ai suddetti tagli. Da tre anni questi 800mila km di servizi essenziali non sono contribuiti”.

LA VICENDA DEI CREDITI INESIGIBILI NASCONDE UNA REALTA’ FATTA DI VELENI E DI GELOSIE TRA LE TRE AZIENDE REGIONALI. “Una vicenda, quella dei crediti inesigibili di Arpa (oltre 19 milioni di euro), torbida e squallida” proseguono Rolandi e Lizzi “che nasconde vecchie gelosie e frizioni mai sopite tra gli amministratori e i dirigenti delle tre imprese regionali di trasporto ‘obbligate’, loro malgrado e senza averne alcuna voglia, a dialogare per il progetto di realizzazione dell’azienda unica. Non è un mistero infatti che ‘lo scoop’ dei tanti milioni di crediti inesigibili nei confronti della Regione Abruzzo da parte di Arpa, pur in presenza di specifici riscontri nei bilanci aziendali approvati dalla stesso Ente Regione, sia maturato stranamente in ambienti Gtm, ovvero l’azienda che Arpa dovrebbe incorporare nel primo step o nella prima fase di fusione”.

GLI AZZARDI DI CIRULLI SUGLI ACQUISTI DI AUTOBUS E SUL DEPOSITO DI SULMONA. “Il presidente di Arpa Massimo Cirulli” sono ancora i sindacalisti a parlare “preso atto della poca disponibilità della Regione sull’esigibilità dei crediti, sulle corse non contribuite nonché sui finanziamenti Fas per i numerosi autobus che Arpa ha già provveduto ad acquistare ricorrendo a finanziamenti bancari, ha espresso ai sindacati regionali la necessità di fronteggiare la carenza di risorse e la pesante situazione debitoria, attraverso il ricorso a strumenti che incidono direttamente sui livelli occupazionali”. Ciò equivale al licenziamento di 30 impiegati in esubero nella direzione di Chieti e nei Distretti provinciali, esercizio di autolinee ad agente unico (senza bigliettaio) a scapito della sicurezza, taglio di tutti i chilometri non contribuiti, interventi sul nastro lavorativo dei dipendenti che dovrebbero lavorare su un impegno di oltre dodici ore al giorno.

INTANTO MENTRE L’ARPA BRUCIA, CIRULLI PREMIA I DIRIGENTI E LA REGIONE FINANZIA GLI IDROVOLANTI. “Contestualmente al mancato riconoscimento, da parte della Regione, delle risorse necessarie all’espletamento dei servizi minimi effettivamente esercitati dalla società Arpa Spa, lo stesse Ente sta autorizzando incredibilmente l’utilizzo degli stessi fondi regionali per l’espletamento di servizi che nulla hanno a che vedere con il trasporto pubblico locale quali, ad esempio e per ultimo, ‘servizi turistici legati all’idrovolante presso il lago di Bomba’. E’ altresì inaccettabile che, mentre si prospettano tagli ai salari dei dipendenti e sensibili riduzioni dei servizi che hanno già determinato un centinaio di posti di lavoro in meno e una consequenziale riduzione del costo del lavoro, la società Arpa si appresti, anche quest’anno, a riconoscere al personale Dirigente un cospicuo Premio di Risultato di decine di migliaia di euro; così come è assurda l’indizione di concorsi interni non necessari mentre vengono contestualmente negati ai lavoratori gli emolumenti del contratto nazionale del lavoro, la detassazione sul salario aziendale, il riconoscimento della massa vestiaria per il personale di manutenzione solo per fare alcuni esempi”.

 

 

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