“Torniamo ad insistere sulla nostra proposta – dice il capogruppo Camillo D’Alessandro – chiediamo che sia un soggetto terzo ed indipendente a certificare la massa debitoria e dei crediti degli Ato e delle societa di gestione e che tale ricognizione venga affidata ad un soggetto terzo di alta qualificazione ed esperto di revisione contabile. Ma ad oggi, a distanza di tre mesi dalla denuncia del Commissario Caputi non abbiamo ricevuto risposta in merito, né abbiamo potuto rilevare in quale direzione si fosse mossa la Regione Abruzzo. La nostra insistenza è motivata dal fatto che temiamo concretamente che questa massa debitoria possa ritrovarsi “scaricata” sulle tariffe ovvero sui cittadini abruzzesi – aggiunge D’Alessandro – per evitare che questo si verifichi, non c’è altra strada che prendere in mano la situazione, impostando un’azione seria e concreta che ci conduca verso un risanamento di questo importante servizio pubblico.”
Secondo il capogruppo del Pd, per fare chiarezza bisogna certificare i debiti degli enti gestori e degli ex Ato per entità e natura (investimentale o improduttiva), distinguendo i debiti provenienti dai Comuni e che si sono creati con il passaggio delle reti fognarie e di depurazione alle società di gestione e quelli provenienti dalla gestione del servizio idrico o da investimenti. Anche certificare i debiti in capo ai soggetti titolari degli stessi, prevedendo un Piano di Ristrutturazione che escluda l’aggravio della tariffa su acqua e depurazione a carico dei cittadini (verificare l’entità e la reale esigibilità dei crediti vantati dalle Società di gestione del servizio idrico e ridisegnare la gestione del Servizio Idrico Integrato attraverso l’istituzione di un solo gestore regionale pubblico)
“Vogliamo questa distinzione – concludere D’Alessandro – perchè una cosa sono i debiti provenienti dagli investimenti ed un altra sono i debiti accumulati per le cattive gestioni. E comunque riteniamo che solo dopo aver fotografato la situazione del servizio idrico regionale potremmo passare alla fase due, ovvero l’istituzione di un solo gestore regionale pubblico”.