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Abruzzo

Il labirinto di pietra più antico in Abruzzo che nessuno conosce, il sito protostorico dove l’energia è avvolgente

Il parco archeologico della necropoli di Fossa, in provincia de L’Aquila è un luogo molto suggestivo, una vera e propria città funeraria che ha attraversato i secoli e che viene definita la Stonehenge d’Abruzzo per la sua importanza storica e culturale.

La città dei morti, il più importante sito energetico protostorico d’Abruzzo che nessuno conosce è la necropoli di Fossa – foto FAI – abruzzo.cityrumors.it

Nel 2013 il più importante e monumentale sito archeologico abruzzese è stato candidato per diventare un Patrimonio dell’Umanità UNESCO, ma nonostante sia stato avviato il percorso metodologico per la candidatura della necropoli di Fossa non è stato accolto e ancora oggi non risulta nella lista, nonostante l’indiscussa importanza a livello storico e culturale.

Infatti il sito copre un arco temporale molto esteso, che va dall’Età del Ferro all’epoca dell’Impero romano ed è collegato alla civiltà dei Vestini, una popolazione italica che abitava la zona sul Monte Cerro, sul quale ci sono resti di una cinta fortificata di un villaggio risalente tra il IX e l’VIII secolo avanti Cristo. Successivamente, lo sviluppo di Aveia in epoca romana ne ha continuato l’utilizzo fino a circa il I secolo a.C.

Il gioiello dei Vestini non abbastanza valorizzato, la necropoli di Fossa in Abruzzo merita una visita

Un’esperienza da vivere molto suggestiva se volete respirare l’energia di un luogo dalla storia antica è fare una passeggiata lungo il percorso che vi porta tra i resti della necropoli di Fossa.

Il gioiello dei Vestini non abbastanza valorizzato, la necropoli di Fossa in Abruzzo merita una visita – foto FAI – abruzzo.cityrumors.it

Le ricche evidenze archeologiche, dai corredi funerari che includono armi, gioielli, utensili in bronzo e ceramica fino ai resti delle strutture sepolcrali, fanno della Necropoli di Fossa un laboratorio ideale per comprendere la complessità e l’evoluzione della cultura vestina risalente al IX secolo a.C. quando comparvero i primi tumuli e fosse a scavo diretto nel terreno e proseguendo fino al I secolo avanti Cristo. Durante questo lungo periodo si sono susseguite diverse fasi funerarie.

L’area si trova in una zona alluvionale sulla sponda orientale del fiume Aterno. La necropoli venne alla luce, in maniera casuale, nell’estate del 1992, durante la rimozione del terreno per la realizzazione di impianti industriali.

La sua scoperta è stata entusiasmante e tuttora sono attive ricerche archeologiche nel sito di Fossa, iniziate sotto la visione di Vincenzo D’Ercole, archeologo della Direzione Generale per Antichità e per oltre 30 anni funzionario della Soprintendenza per i beni archeologici dell’Abruzzo.

Il Parco archeologico della necropoli di Fossa comprende la vasta area di sepoltura detta “piccola Stonehenge dell’Abruzzo” per i menhir che circondano i tumuli maschili della prima Età del Ferro, ed un sito di notevole importanza storica e archeologica con tombe eterogenee che vanno dal IX al I secolo A.C.

Resti della Necropoli di Fossa – foto Google – @Maurizio Pennacchio – abruzzo.cityrumors.it

L’area corrisponde a 3500 mq e, al suo interno, vi sono circa 500 tombe scavate che appartengono a diverse tipologie fondamentali: tumuli, fosse semplici, fosse con cassone ligneo, tombe a camera, tombe a incinerazione e sepolture infantili all’interno di coppi laterizi. Tuttavia gli arredi funerari più pregiati sono oggi custoditi al Museo di Chieti, che è dunque uno dei musei abruzzesi da vedere assolutamente.

Chiamate prima in comune per assicurarvi che sia aperto: il sito è visitabile quando ci sono i volontari studiosi dell’Università, docenti e tecnici o quando ci sono effettivamente gli scavi. Per info inviare mail almeno 72 ore prima a protocollo@comune.fossa.aq.it

Kati Irrente

Giornalista poliedrica scrivo per il web dal 2008. Sono appassionata del vivere green e della buona cucina, divido il tempo libero tra musica, cinema e fumetti d’autore.