L’Aquila. La Regione Abruzzo ha scelto di tutelare dall’epidemia di cimurro solo i cani di allevamento e non quelli dei canili. Almeno secondo il coordinamento abruzzese della Lega Nazionale per la Difesa del Cane, che si esprime in merito al problema in questione, che sta interessando in questi mesi proprio la regione nostrana.
Sarebbero almeno 100, infatti, i decessi finora accertati in diversi canili dell’aquilano a causa di questa patologia. Una statistica preoccupante, soprattutto se si pensa che il cimurro è un pericolo anche per un’altra specie protetta, l’orso bruno marsicano. Per questo motivo, l’Ente Parco mette a disposizione 7.000 vaccini per gli allevatori di cani per prevenire la diffusione della malattia, i cui costi saranno sostenuti dalla Regione Abruzzo.
“La Lega Nazionale per la Difesa del Cane – si legge in una nota – si batte da anni per la tutela di tutti gli animali e quindi non possiamo che considerare lodevole ogni iniziativa volta a prevenire gravi epidemie come questa che rischiano di decimare anche la fauna selvatica. Tuttavia, è con grande rammarico che dobbiamo constatare che la Regione Abruzzo ha scelto di tutelare soltanto i cani di allevamento piuttosto che i cani dei canili, i cani di “nessuno”. Ogni giorno, nei canili abruzzesi – così come in tutta Italia – ci sono volontari che si prodigano per assicurare il benessere e la tutela degli animali ospitati nelle loro strutture, spesso pagando di tasca propria le spese per le cure e i vaccini necessari. In questa situazione di emergenza che ha già visto tanti animali morti proprio nei canili, sarebbe stato auspicabile che la Pubblica Amministrazione si fosse ricordata anche di loro, dando un concreto supporto per alleviarli dai loro sacrifici”.
La Lega Nazionale per la Difesa del Cane vuole quindi fare un appello alla Regione Abruzzo affinché fornisca un sostegno anche ai cani più indifesi e ai volontari che ogni giorno fanno tanto per loro.