Trasparenza e partecipazione cittadina. Valori che Wwf e Abruzzo Social Forum invocano come fondamentali per la gestione dell’acqua abruzzese. Valori che, all’indomani dei dati diffusi dal commissario straordinario Pierluigi Caputi sullo stato del servizio idrico integrato paiono un miraggio. Ammonta, infatti, a 300 milioni di euro il debito di quella che le due associazioni definiscono “malagestione”, al punto da firmare congiuntamente un esposto a magistratura e Corte dei conti, affinché si verifichino danni e responsabilità sull’amministrazione dell’acqua abruzzese.
“Il commissario Caputi in 5 anni non ha promosso , anzi, ha ostacolato ogni forma di partecipazione dei cittadini”, criticano duramente i due gruppi, “che hanno dovuto, tra l’altro, promuovere ben due ricorsi al Tar su altrettanti piani d’ambito elaborati dal Commissario senza alcuna forma di partecipazione, né formale, attraverso la valutazione ambientale strategica, né sostanziale, attraverso la promozione di incontri pubblici. Inoltre ricordiamo che il principale strumento di programmazione e pianificazione del settore, il piano di tutela delle acque, avviato nel 2001 dall’assessorato diretto da Caputi, per quasi un decennio è stato tenuto nel cassetto con la partecipazione ridotta a pochi incontri realizzati alla fine del processo di adozione e a scelte già fatte, peraltro fortemente criticabili e dilatorie rispetto agli obblighi comunitari in materia di gestione e qualità delle acque”. Per questo “stamattina abbiamo inviato alla Corte dei conti e alle 6 procure interessate”, spiega Luciano Di Tizio, presidente regionale del Wwf, “il comunicato emanato ieri dal commissario assieme agli altri atti ufficiali che ha prodotto relativi alla situazione economica-finanziaria e gestionale delle società e degli ex Ato. Auspichiamo che tutte le forze responsabili facciano altrettanto. Qualche amministratore dovrà pagare e rispondere di queste situazione e faremo di tutto affinché non siano le tasche dei cittadini a dover rimettere le cose a posto. Non è più rinviabile il riordino delle società di gestione che può essere realizzato in pochi mesi; da subito, però, ci attendiamo l’avvio di azioni di responsabilità da parte dei Sindaci attuali nei confronti di tutti coloro che hanno predisposto ed approvato i bilanci che presentano tali criticità”.
Reti e depuratori, secondo l’associazione ambientalista, potrebbero incassare le più incisive conseguenze del caso: i tassi di acqua persa dalle “tubature colabrodo”, sostiene il Wwf, arrivano al 45%. “Senza investimenti”, insiste Di Tizio, “per tappare questi buchi si pensa a soluzioni che seguono solo la logica dell’emergenza con nuove e diffuse captazioni. Tutte iniziative che non fanno altro che aumentare la pressione sull’ambiente facendo perdere ancora più acqua dalle reti colabrodo lungo il viaggio verso le nostre case”.E l’inquinamento idrico? “I fiumi abruzzesi”, conclude il presidente Wwf Abruzzo, “già oggi non rispettano gli obiettivi di qualità fissati dall’Unione Europea, visto che ben il 65% delle stazioni di monitoraggio dell’Arta non è nella classe ‘buono’. L’assenza di investimenti sulla depurazione non farà che peggiorare tale disastro”.
Il commento del Movimento 5 Stelle Abruzzo. Quando una criticità si trasforma in emergenza, in superficie si evidenziano anche le ampie falle di un sistema miope e totalmente impermeabile ai suggerimenti delle associazioni che da anni denunciano comportamenti fumosi e non certo virtuosi di chi gestisce un bene importante come l’acqua. Sono 6 le società abruzzesi che gestiscono la distribuzione delle acque e su di loro pesa un debito di 300 milioni di euro: chi pagherà? La risposta è immediata e spontanea: i cittadini. Questa non è una remota possibilità, anzi. Il Movimento 5 Stelle Abruzzo appoggia, senza riserve, sia l’Abruzzo Social Forum che il WWF nella loro iniziativa di denuncia di mala gestione dell’acqua in Abruzzo. Questa mala gestione che procura danni all’ambiente, all’economia e che ricade inevitabilmente sulle spalle dei cittadini. Per noi quindi non è una mera ipotesi quella di chiedere l’intervento della Corte dei Conti e della Magistratura al fine di individuare le responsabilità e non parliamo solo degli amministratori delle 6 società ma anche di chi, gli amministratori pubblici, doveva controllare ed ha fallito completamente nel suo compito. La responsabilità della politica in questo senso è enorme sia sulla nomina sia sul controllo di chi ha creato questo scempio. Ci chiediamo per quanto ancora dovremo subire l’impatto di quella leggerezza, per usare un eufemismo, che nell’ingravescenza delle circostanze assume toni criminali. Per questo l’auspicio del Movimento 5 Stelle Abruzzo è che la magistratura disponga provvedimenti d’impatto. Noi ci chiediamo come si possa ancora perseverare in questa perniciosa dicotomia creata fra cittadini e istituzioni che dovrebbero tutelarli, ostinarsi in comportamenti votati all’interesse personale che prevalgono su quello collettivo devono essere abbandonati definitivamente e puniti con la giusta severità.