Finalmente anche la Regione Abruzzo si appresta ad approvare una legge per favorire la mobilità ciclistica, una legge la cui approvazione si attendeva da anni e che sarà approvata martedì 12 marzo nella seduta del Consiglio regionale.
“Esprimo soddisfazione per questo traguardo – ha spiegato il consigliere regionale del Pd, Claudio Ruffini – sono stato uno dei promotori dell’iniziativa legislativa e dopo diverse correzioni abbiamo finalmente trovato una sintesi in Commissione sul testo da portare in approvazione. Un particolare ringraziamento lo voglio rivolgere a tutte le associazioni del mondo dell’ambiente e ciclistiche che hanno seguito e sostenuto con me l’approvazione della legge regionale”.
Per il consigliere regionale la mobilità ciclistica deve essere la vera priorità strategica per le infrastrutture del nostro territorio regionale.
“Questo obiettivo, condiviso anche dalle nostre associazioni ambientaliste è sempre stato – aggiunge Ruffini – una delle mie priorità politiche sia come presidente che come sindaco e l’ho anche inserito nel mio programma da consigliere regionale. Ho condiviso da subito tutte le richieste delle associazioni ambientaliste dal completamento del Corridoio Verde Adriatico, al quale ho dato anche un contributo con i ponti ciclopedonali come amministratore, alla realizzazione dei percorsi ciclabili vallivi e fluviali, quali scelte prioritarie per il miglioramento della qualità della vita, ma anche quali risorse vitali per il turismo. Con questa legge la regione Abruzzo fa un ulteriore passo verso il turismo responsabile e verso un’idea di crescita economica legata all’utilizzo delle risorse naturali. Per questo come PD diciamo no alla piattaforma di Ombrina Mare al largo della Costa Teatina e diciamo si all’uso della bicicletta come nuove possibilità di fare turismo e muovere l’economia locale”.
Tra i punti qualificanti la legge si ricordano:
1. il sostegno alla mobilità pedonale attraverso la realizzazione ed il completamento di percorsi ciclabili e la creazione di una rete (interconnessa, protetta e dedicata) di itinerari ciclabili e ciclopedonali attraverso località di valore ambientale, paesaggistico, culturale e turistico anche con la creazione di una rete di punti di ristoro.
2. La trasformazione e la riconversione di vecchi manufatti (ponti, tratti stradali, stazioni ferroviarie) in percorsi ciclabili e ciclopedonali.
3. Province e comuni programmeranno gli interventi in favore della ciclabilità, completando e distribuendo sul territorio l’effetto applicativo del Piano regionale.
4. Qualificante la proposta, nel quadro delle indicazioni del Piano regionale della mobilità e dei trasporti e dei relativi piani di attuazione, di destinare una quota non inferiore al 10 per cento dei posti auto previsti, adeguatamente attrezzata, al parcheggio di biciclette.
5. Il ruolo dei Comuni: avranno anche altre possibilità, ovvero nella realizzazione di reti urbane o extraurbane potranno prevedere itinerari e piste ciclabili e ciclopedonali. Così come dovranno inserire nei regolamenti edilizi delle norme per la realizzazione di spazi comuni per il deposito di biciclette nelle strutture pubbliche o negli edifici di edilizia residenziale pubblica.
“Con questa legge aumenterà la sensibilità verso l’uso della bicicletta e auspico che per la Regione Abruzzo sia solo una prima tappa. Adesso ci aspettiamo che vengano completati alcuni progetti esistenti e che i nuovi investimenti infrastrutturali riguardino anche la mobilità ciclistica. – continua il consigliere del Pd – Abbiamo fatto un primo passo, ma il gap da colmare rispetto alle altre regioni italiane e quelle europee è ancora lungo.
Alcuni numeri sulla ciclabilità in Italia ed in Abruzzo.
Secondo uno studio di Legambiente, risalente al 2010, la città con il maggior numero di metri di piste ciclabili per abitante è Reggio Emilia (34,86 metri/abitante) seguita da Lodi, Modena, Mantova e Vercelli. Tra le città abruzzesi capoluogo di provincia che rientrano nella classifica di Legambiente troviamo Pescara al 56° posto, con 3,79 metri/abitante, Teramo al 58° con 3,64 metri/abitante (vengono conteggiate le piste dei lungofiumi, mentre mancano percorsi urbani), Chieti al 85° con 0,37 metri/abitante.
Sempre lo stesso studio ci indica che la città capoluogo con il maggior numero di km di piste ciclabili è Modena, con 190 km di percorsi dedicati alla bicicletta, seguita da Torino, Reggio Emilia, Padova e Brescia.
Tra le città capoluogo abruzzesi troviamo Pescara al 50° posto, con 14 km di piste ciclabili, Teramo al 53° con 10 km di piste ciclabili, Chieti al 87° posto con 1 solo km di pista ciclabile. I dati si riferiscono all’intero territorio comunale.
L’Aquila non è presente nello studio, che si riferisce a dati del 2009.
Per quanto riguarda l’Europa, uno studio del 2002 evidenziava che in Olanda il 27% degli spostamenti urbani avviene in bicicletta, in Danimarca il 18%, in Germania e in Belgio il 10% mentre in Italia il 3,8%, su una media europea del 9,45%.
Un indagine dell’osservatorio LINEAR del 2012 ha evidenziato che in Italia ci sono oltre 25 milioni di persone che utilizzano la bicicletta. In Italia si calcolano in tutto 3.227 chilometri di piste ciclabili, contro i 35mila della Germania e i 17mila dell’Inghilterra. Se si escludono alcuni centri storici, dove la circolazione delle biciclette è sufficientemente garantita, per la maggioranza dei ciclisti le città sono pericolose. Insicurezza confermata, purtroppo, dai dati registrati sugli incidenti: l’indice di mortalità medio per un ciclista in Italia è di 1,92%, più del doppio (0,77%) rispetto a chi va in auto e 6 volte più alto (0,31%) di chi sceglie l’autobus. Le citta più sicure sono Aosta, Trento, Trieste, Genova, Ancona e Campobasso. Mentre sono decisamente a rischio quanti vanno in bicicletta a Potenza, L’Aquila, Torino e Napoli.
Sempre in Abruzzo manca una rete di percorsi ciclabili, mentre esistono brevi tratti, anche di poche centinaia di metri, scollegati tra di loro e, quindi, poco utili per lo sviluppo di una vera mobilità ciclistica alternativa a quella delle auto.
Il tratto più lungo di ciclabile è quello dell’altipiano delle rocche, di oltre 35km, che ha finalità più turistiche, mentre è in via di completamento il “corridoio verde adriatico”, sulla costa, che ha tratti realizzati continui anche di 13 km (Martinsicuro-Giulianova), mentre altri sono in progetto (via Verde della costa teatina) o in completamento.
Per quanto riguarda le normative regionali specifiche sulla mobilità ciclistica, poche regioni hanno legiferato in merito. Le ultime in ordine di tempo sono state Marche e Puglia, precedute da Lombardia e Toscana.
Anche l’Abruzzo, in realtà, ha una legge di finanziamento, la 72/99, praticamente inutilizzata perchè mai rifinanziata.
Per quanto riguarda i vantaggi dell’uso della bicicletta uno studio dell’Università di Teramo ha messo in luce che in Germania le strutture ricettive dedicate ai ciclisti, denominate Bett und Bike, sono passate dalle 216 del 1995 alle oltre 5.000 del 2010 e nel 2009 sono stati registrati 22 milioni di pernottamenti relativi a turisti che, a vario titolo, hanno utilizzato la bicicletta, con un fatturato totale di circa un miliardo e mezzo di euro, che salgono a quasi 4 miliardi se si includono anche le gite giornaliere.