L’Aquila. È stato approvato il Decreto Attuativo del Decreto Legislativo 29 marzo 2012 n.68, fortemente criticato ed avversato dall’associazione degli studenti universitari abruzzesi.
“Pieno sostegno ai nostri studenti – dicono i consiglieri del Pd dellaV Commissione Consiliare Ruffini, D’Amico e Sclocco – su questa partita saremo al loro fianco a difendere il sacrosanto diritto all’istruzione universitaria”.
Il Pd non ha dubbi sulla necessità di rivedere questo decreto, che, nell’opinione del partito, avrà degli effetti recessivi con dei risvolti pesanti anche sui valori economici italiani.
“L’intento del Governo Monti – spiegano i tre politici in merito – è quello di tagliare il più possibile il numero di borsisti, inasprendo i requisiti di accessibilità, e dall’altro quello di diminuire l’importo delle borse. Un vero e proprio blitz che un Governo dimissionario vuole approvare in pochi giorni e senza nessun tipo di confronto dimostrando arroganza e disprezzo per i valori sanciti dalla nostra Costituzione. Monti, meglio noto come il Professore, dimostra ancora una volta qual è il suo concetto di Università e del Paese. Con lui in Italia possono studiare solo i figli di papà, magari iscritti alla Bocconi”.
Per i consiglieri del Pd il Decreto avrà come unico effetto quello di demolire il diritto allo studio universitario, modificando i cosiddetti LEP (Livelli Essenziali di Prestazione). “Ma il governo Monti cosa fa? – si chiedono Ruffini, D’Amico e Sclocco – Taglia e demolisce anche l’ultima speranza di salvare questo Paese, attraverso l’istruzione, lo studio e la ricerca. E questo accade proprio mentre il contesto universitario italiano suggerirebbe a qualsiasi legislatore la strada diametralmente opposta: il numero dei laureati è in forte decrescita, la spesa sul DSU è stata rovinosamente tagliata negli ultimi anni. Parallelamente il numero di borsisti italiani è in costante decrescita e si attesta sui 130 mila, di contro ai circa 550 mila in Francia e Germania (dati da UdU nazionale). Ci rivolgiamo al Presidente Chiodi affinchè intervenga in Conferenza Stato Regioni e si opponga con determinazione all’ attuazione di questo decreto che colpisce duramente il sistema universitario abruzzese ovvero il diritto allo studio per gli studenti universitari. Nel primo consiglio regionale presenteremo un ordine del giorno per chiedere che la Regione Abruzzo si opponga a questo decreto e faccia sentire la sua voce in Conferenza Stato-Regioni. Ci rivolgeremo anche ai nostri parlamentari perché intervengano per bloccare il decreto e chiedere il suo ritiro in attesa del nuovo Governo. Applicare queste misure sarebbe un grave errore che avrebbe come effetto quello di deprimere ed umiliare il mondo dell’istruzione. In altri Paesi si esce dalla crisi investendo sul diritto allo studio, con Monti si fa l’esatto contrario”.