Il riferimento è al provvedimento ministeriale che prevede tutta una serie di interventi che avrebbero, come conseguenza immediata, una drastica diminuzione del numero degli studenti idonei alla borsa di studio.
“L’intento” commenta in una nota l’Unione degli Universitari “è, da un lato, quello di tagliare il più possibile il numero di borsisti, inasprendo i requisiti di accessibilità, dall’altro quello di diminuire l’importo delle borse. A questo si aggiungono l’eliminazione del bonus, un limite di età per chiedere i benefici e l’abbassamento della soglia di reddito per accedere alla borsa di studio. Il decreto contiene, inoltre, una discriminazione tra le aree geografiche del Paese: in base alla propria condizione economica, infatti, uno studente vedrà valutate le proprie condizioni a seconda della regione in cui studia. In poche parole, se per gli studenti del nord sarà un po’ più semplice ottenere i benefici, per gli studenti del centro sarà più facile essere considerati ‘ricchi’ e nel sud Italia sarà ancora più complicato poter ambire ad una borsa di studio. Questo ha delle evidenti ricadute sull’appetibilità degli atenei, non in relazione a peculiarità scientifico-culturali, ma a una mera opportunità di convenienza, rendendo quelli del centro-sud sempre meno attraenti. In altri termini con questo sistema di diritto allo studio uno studente avrebbe una spinta maggiore per optare per un ateneo del Nord potendo godere più facilmente di un sistema di diritto allo studio”. Nello specifico, per quanto riguarda l’Abruzzo, la soglia massima di ISEE scende da 17.609,03 euro a 14.300 euro.
“Con questo nuovo sistema” aggiunge l’Udu “possiamo ben immaginare quanti studenti dei tre atenei abruzzesi rimarrebbero fuori da un beneficio che spetta loro di diritto. Il decreto creerebbe, di fatto, studenti di serie A e di serie B, atenei di serie A e di serie B e danneggerebbe fortemente l’Abruzzo rendendola poco attrattiva per le regioni confinanti”.