“Una beffa che si unisce ad un danno notevole”. E’ il commento del Movimento 5 Stelle Abruzzo che a settembre 2017 aveva denunciato la sospensione, da parte della Regione Abruzzo, dell’indennità di rischio stipulata da un accordo con il Governo Regionale del 2006 per i medici di continuità di 4 euro aggiuntive l’ora. Guardie mediche che hanno ricevuto la richiesta di recupero delle somme percepite dalla Regione Abruzzo, estesa anche agli eredi.
In sostanza la Regione non solo ha bloccato l’indennità che essa stessa aveva stabilito ma ha richiesto ai medici di guardia circa 70 mila euro cadauno per le somme percepite dal 2006 ad oggi. “Un provvedimento ingiusto” denunciò Domenico Pettinari già a settembre che ha portato il caso anche in Consiglio Regionale attraverso un’interrogazione all’Assessore Paolucci.
Il motivo di questo taglio incondizionato è una semplice richiesta di spiegazione su questa indennità dalla Corte dei Conti. L’indennità, ritenuta utile nel 2006 dall’allora giunta PD, avrebbe dovuto colmare tutte le carenze relative alla sicurezza sul posto di lavoro.
Si tratta di circa 400 unità in tutta la regione, sono medici di continuità assistenziale, ovvero quel personale che lavora nelle guardie mediche che sono aperte tutta la notte e nei giorni festivi. In Abruzzo rappresentano un valore aggiunto irrinunciabile, soprattutto in quelle aree interne che sono poco servite dagli ospedali maggiori e che risultano ancor più isolate dalle politiche di depotenziamento e chiusura che ha investito i grandi ospedali d’Abruzzo.
“E’ un provvedimento ingiusto” spiega Domenico Pettinari vice presidente della commissione sanità di Regione Abruzzo”noi dovremmo valorizzare questi medici che ricordiamolo non sono i “ricchi” del settore. Stiamo parlano di personale che lavora in condizioni a volte estreme, in orari impossibili e che percepisce stipendi assolutamente normali. “Il provvedimento che ha assegnato i 4 euro in più l’ora risale allo scorso governo PD” incalza Pettinari “dunque il Presidente prima di chiedere un risarcimento retro attivo ai lavoratori che sono attori passivi in queste scelte, dovrebbe eventualmente richiedere le somme percepite dai medici di guardia a chi le ha autorizzate e quindi alla Dirigenza di quegli anni e all’organo politico dell’epoca, del quale alcuni sono attivi decisori in questo frangente”.
“Il Governo, autore di tagli sulla sanità senza precedenti, dovrebbe piuttosto valorizzare queste professionalità che rappresentano l’ultimo avamposto per il diritto alla salute. Anche in altre regioni è stato chiesto un accertamento su queste spese e al massimo si è interrotta l’erogazione, ma assolutamente senza una formula retroattiva, addirittura estesa agli eredi, che rischia di mettere in ginocchio intere famiglie. Il Presidente D’Alfonso ha dato seguito a una semplice richiesta di chiarimento della Corte dei Conti con un provvedimento così radicale, ma lo hanno lasciato del tutto indifferente le diffide al suo Governo, molto più pesanti, della stessa Corte relative alla mancata approvazione dei rendiconti di Regione Abruzzo che ha messo in ginocchio i conti della Regione”, conclude Pertinari.