La direzione nazionale del Partito Democratico ha comunicato le regole delle primarie per scegliere i candidati al parlamento, che si svolgeranno il 29 o il 30 dicembre. Il regolamento è valido per il 90% delle candidature e non vengono incluse le posizioni di capilista che saranno definite d’intesa tra la Direzione nazionale e le Unioni regionali.
L’elettore potrà esprimere fino ad un massimo di due preferenze, differenti per genere (un uomo e una donna); qualora le due preferenze siano dello stesso genere, la seconda nell’ordine è nulla.
Potranno partecipare al voto per la selezione delle candidature al Parlamento nazionale gli elettori compresi nell’Albo delle primarie dell’“Italia Bene Comune” e gli iscritti al PD nel 2011 che abbiano rinnovato l’adesione fino al momento del voto.
Per esercitare il diritto di voto ciascun votante dovrà dichiararsi elettore del PD e sottoscrivere un pubblico appello per il voto al PD secondo le modalità di cui al Regolamento per le primarie “Italia Bene Comune” e versare una sottoscrizione di almeno due euro per la campagna elettorale, sottoscrivendo, inoltre, l’impegno a riconoscere gli organismi di garanzia previsti nel Regolamento come uniche sedi per ogni eventuale interpretazione, contestazione o controversia riferibile all’organizzazione e allo svolgimento delle elezioni primarie.
Ma le maggiori novità arrivano per i futuri candidati.
Possono infatti essere candidati alle primarie gli iscritti al PD e i cittadini che si dichiarino elettori del PD, che abbiano i requisiti richiesti dalla legge e dal Codice etico del PD e che sottoscrivano gli impegni in esso previsti.
Si può essere candidati in un solo ambito provinciale/territoriale e non sono candidabili alle primarie coloro che si trovino nelle condizioni di cui all’art. 5 del Codice etico oppure non risultino in regola con le norme che prevedono il dovere degli eletti di contribuire al finanziamento del partito, come da art. 22, comma 2, dello Statuto del PD.
Sono inoltre incandidabili i parlamentari europei, i Sindaci dei Comuni superiori ai 5.000 abitanti, i Presidenti dei Municipi/Circoscrizioni delle città metropolitane eletti direttamente, i Presidenti di Provincia e di Regione, gli assessori e i consiglieri regionali in carica, in Enti in cui non sia già stato disposto lo scioglimento, salvo deroghe motivate, richieste al Comitato nazionale elettorale entro il 19 dicembre, che si pronuncia sull’accoglimento o meno, d’intesa con i Segretari regionali, entro le 24 ore successive.
Inoltre non possono essere ricandidati i parlamentari che, avendo superato quindici anni di mandato parlamentare, come da comma 3 art.21 dello Statuto, non abbiano avuto deroga dalla Direzione nazionale, come previsto all’art. 21 commi 8 e 9 dello Statuto, nonchè i membri delle Commissioni di Garanzia.
Inoltre coloro che si candidano alle primarie per il Parlamento nazionale non possono essere candidati alle elezioni regionali e delle città metropolitane che si svolgono contestualmente o nei 6 mesi successivi alle elezioni politiche.
Quanto sopra esclude dalla candidatura alle primarie, tra i nomi annunciati nei giorni scorsi, sia il sindaco di Giulianova, Francesco Mastromauro, che il collega di Castellalto, Vincenzo Di Marco mentre avrebbe il via libera il sindaco di Controguerra, Mauro Scarpantonio, essendo il Comune al di sotto dei 5.000 abitanti.
Il segretario regionale del Pd, Silvio Paolucci, qualche giorno, nello spiegare in un intervista il percorso che porterà alle primarie annunciava dieci candidature per le province di Pescara, L’Aquila e Teramo e dodici per la provincia di Chieti.
Ma la lista di nomi, alla luce del regolamento, potrebbe diminuire e, sicuramente, cambiare, viste le numerose esclusioni previste.
Al momento, nel teramano, oltre al sindaco di Controguerra, le uniche candidature ufficiose (in attesa di conferma) sono quelle dell’onorevole uscente Tommaso Ginoble, del capogruppo dell’opposizione in Provincia ed ex sindaco di Bellante, Renzo Di Sabatino, della presidente regionale del partito nonché consigliere comunale a Teramo, Manola Di Pasquale, mentre sembrerebbe tornare in campo il nome di Marco Verticelli, che avrebbe fatto un passo indietro per favorire il sindaco di Giulianova, ora però escluso dal regolamento.
Vista la possibilità di votare per due preferenze, a condizione che si tratti di un uomo e di una donna, riprendono quota le candidature di Stefania Ferri, presidente provinciale del PD, e di Raffaella D’Elpidio, consigliere di minoranza a Roseto degli Abruzzi, ma altri nomi femminili potrebbero affacciarsi all’ultimo momento.
Tutti i candidati, ad eccezione dei parlamentari uscenti, per i quali basterà una semplice richiesta, dovranno, entro le ore 20.00 del giorno precedente la riunione della relativa Direzione Provinciale, raccogliere su appositi moduli un numero di firme pari al 5% degli iscritti PD nel 2011, in almeno tre circoli dell’ambito provinciale, con un minimo di 50 firme ed un massimo di 500.
Serviranno, quindi, circa 180 firme da raccogliere entro sabato 22 dicembre, e attendere tale data per conoscere i candidati ufficiali delle primarie del PD.