“Hanno un costo superiore a quello di mercato le 427 abitazioni che Regione Abruzzo si accinge ad acquistare dai privati per destinarle a una parte di terremotati, per poi assegnarle all’edilizia residenziale pubblica.
Infatti, i prezzi al metro quadrato, stimati dai rivenditori privati per le singole unità, sono ben superiori alle quotazioni stimate invece dall’Agenzia delle entrate. Una discordanza non ammessa dall’iter presente nel Decreto legge N.8 del febbraio 2017, a cui la delibera di Giunta regionale si appella per l’acquisto delle case. Una discordanza, inoltre, palesata anche nel decreto n. 373 dove gli uffici preposti da Regione Abruzzo scrivono: “la Commissione Giudicatrice chiarisce che non è stato possibile accertare la convenienza economica cosi come richiesto dal comma 3 dall’Art 14 del decreto legge n . 8 del 2017, poiché è espressamente previsto che il prezzo offerto fosse omnicomprensivo di tutti gli oneri a carico dell’Amministrazione e pertanto non direttamente comparabili ai parametri citati dalla legge”. La Giunta Regionale sceglie, quindi, di prevedere nell’Avviso pubblico la presentazione delle offerte comprensive di tutto, immettendo in un conteggio omnibus, gli oneri fiscali delle spese notarili per la stipula della compravendita e gli oneri dei bolli delle spese di registrazione. Una scelta che però ha come risultato l’impossibilità per gli uffici di applicare la legge sulla valutazione di congruità sul prezzo convenuto. Non stiamo parlando di piccole cifre: il surplus supera i 16 milioni di euro ed anche volendo considerare le cifre scorporate dagli oneri a carico dell’Amministrazione, si raggiungerebbe comunque un surplus di circa 15 milioni di euro.
Se i prezzi al metro quadrato offerti dai privati fossero stati correttamente equiparati alle quotazioni immobiliari dell’Agenzia delle entrate, si sarebbero potute comprare molte unità abitative in più dei 427 alloggi stimati. Se su tale vicenda ci siano state omissioni volontarie lo decideranno la Corte dei Conti, l’Anac e la Procura dell’Aquila, alle quali abbiamo presentato un esposto per verificare tutta l’operazione ed eventualmente verificare la presenza o meno di un possibile danno per le casse pubbliche”. La disamina arriva dal consigliere regionale M5S Domenico Pettinari che questa mattina nel corso di una conferenza stampa ha mostrato la comparazione del prezzo delle case, tra le quotazioni dell’Agenzia delle Entrate e quando riportato nella graduatoria stilata a seguito delle offerte pervenute dopo la pubblicazione dell’Avviso di Regione Abruzzo. Una comparazione eseguita anche tenendo conto degli oneri a carico dell’Amministrazione, utilizzati dalla Commissione giudicatrice (nominata dalla Regione Abruzzo), a giustificazione dell’impossibilità di poter effettuare la valutazione di congruità, come previsto dal Decreto Legge n. 8/2017.
MA COSA DICE LA NORMA?
“Il Decreto Legge è chiarissimo” spiega Pettinari “e recita: Le proposte sono sottoposte alla preventiva approvazione del Capo del Dipartimento della Protezione civile previa valutazione di congruità sul prezzo convenuto resa dall’Ente regionale competente in materia di edilizia residenziale pubblica con riferimento ai parametri di costo dell’edilizia residenziale pubblica ed alle quotazioni dell’osservatorio del mercato immobiliare dell’Agenzia delle entrate, nonché valutazione della soluzione economicamente più vantaggiosa tra le diverse opzioni, incluse le strutture abitative d’emergenza (SAE)”
COSA DICE L’AVVISO?
La previsione nell’Avviso pubblico, invece, prevede di presentare il prezzo al metro quadrato degli immobili offerti omnicomprensivi di tutti i costi: come gli oneri fiscali, le spese notarili per la stipula della compravendita e dei bolli delle spese di registrazione. Scelta che rende inapplicabile i criteri contenuti nel Decreto Legge. Perché questa scelta?
L’ANALISI DEI COSTI
“Il costo stimato da graduatorie effettuata dalla Regione Abruzzo è di euro 61.795.262,48, mentre tenendo in considerazione la tabella dell’Agenzia delle Entrate si stima un prezzo di euro 45.678.000,70.
Abbiamo effettuato l’analisi dei costi” continua Pettinari” prendendo addirittura i parametri più alti per singola unità immobiliare per le abitazioni civili in normale stato conservativo previsti dall’Agenzia delle entrate.
Dalla comparazione si riscontra un’allarmante scostamento tra i due prezzi, in quanto quello al metro quadrato offerto dai privati appare notevolmente maggiore rispetto alla tabella dall’Osservatorio del mercato immobiliare dell’Agenzia delle Entrate. Uno scostamento che ha fatto lievitare i prezzi creando un surplus complessivo di oltre sedici milioni di euro.
Ora ammesso che ci siano le spese a carico dell’Amministrazione, che da una rilevazione effettuata presso professionisti del settore (notai ed esperti di edilizia residenziale pubblica), abbiamo stimato su circa 2 o 3mila euro ad unità abitativa (senza tener conto che in caso di più unità abitative acquistate da uno stesso proprietario questi costi si riducono), non si capisce come si possa arrivare ad una tale differenza. Infatti pur mantenendo il parametro più alto di 3mila euro ad immobile, per le 427 unità abitative, il costo degli oneri per l’Amministrazione si aggirerebbe intorno al 1.281.000,00 euro. Una cifra che se pur volessimo forzatamente arrotondare per eccesso arriverebbe al massimo a 2 milioni di euro, quindi ben lontana dal surplus di 16.117.261,78 euro previsto dalle graduatorie.
LE RICHIESTE DEL M5S
Chiediamo di attuare quanto previsto dal D.L. 8/2017 effettuando le dovute verifiche di congruità dei prezzi di acquisto degli immobili offerti, scorporando dall’importo complessivo le voci degli oneri a carico dell’amministrazione, facendo sostenere al pubblico il giusto prezzo al metro quadrato, così da poter acquistare con il fondo a disposizione il giusto numero di alloggi, sicuramente superiore ai 427 previsti.