Audizione in commissione in mattinata, discussione in consiglio regionale nel pomeriggio.
Il tutto condito anche da polemiche con la presenza in aula dei rappresentanti dei medici di guardia.
Posizioni distanti e che hanno animato il dibattito politico.
Mauro Febbo. Anche se in ritardo registro, finalmente, come il Presidente D’Alfonso ha preso formalmente impegno di affrontare presso le sedi opportune la grave situazione circa le indennità di rischio tagliate dal Governo regionale ai dottori in servizio presso le Guardie mediche. Ricordo come sin da subito ho denunciato pubblicamente la decisone della Giunta regionale di eliminare i 4 euro l’ora di indennità di rischio alle guardie mediche, in formula retroattiva attraverso la DGR numero 398 del 18 luglio scorso”. Questo il commento del consigliere regionale Mauro Febbo a margine dei lavori del Consiglio regionale convocato oggi a L’Aquila. “Adesso però – continua Febbo – ci aspettiamo da parte dell’esecutivo regionale un atteggiamento serio e attento nel rispettare le attese dei medici che dopo mesi non hanno avuto alcuna risposta concreta, soprattutto in merito alla grave decisione di restituire le somme indietro come recita la DGR. Pertanto continuerò ad attenzionare il lavoro che la Regione intende svolgere per rivedere immediatamente la DGR n. 398/2017 e verificare la sua legittimità. Ricordo – conclude Febbo – come ci sono Regioni, vedasi la Calabria, Basilicata, Lazio ecc., che hanno approvato provvedimenti diversi come il la decisione di congelare la indennità senza richiedere le somme indietro. Su quanto affermato e preso impegno in Consiglio da parte della giunta regionale terrò alta la mia attenzione poiché quattrocento dottori non possono essere trattati in maniera diversa rispetto ai loro colleghi per colpa di una norma intrerpretata in maniera errata dagli organi deliberanti di questo Esecutivo”.
Domenico Pettinari. Discussione velenosa in consiglio regionale che si conclude con le Guardie Mediche che abbandonano l’Aula, probabilmente delusi dall’inconsistente risposta del Governo regionale sulla questione dell’indennità di rischio revocata e richiesta agli stessi in formula retroattiva. Il Presidente D’Alfonso si affretta a seguirli per provare a parlare ma ne esce una contestazione educata dei medici verso un Presidente in difficoltà che alla fine abbandona la discussione. E’ successo durante l’interrogazione presentata dal consigliere Domenico Pettinari che già aveva sposato la battaglia per la tutela della classe lavorativa nel corso di una conferenza stampa tenutasi lo scorso 15 settembre .
“La Regione richiede ai medici di guardia l’indennità di rischio concessa nel 2006, dalla vecchia giunta di centro sinistra Del Turco” spiega Pettinari “oggi a fronte di una semplice richiesta di chiarimenti della Corte dei Conti la Giunta D’Alfonso delibera che l’indennità venga revocata e, cosa gravissima, che abbia una formula retroattiva: ovvero i lavoratori devono restituire una cifra di circa 70mila euro cadauno alla Regione. Abbiamo chiesto in Consiglio regionale” incalza Pettinari “ che la Giunta revochi questa delibera e, se proprio deve, in attesa di chiarimenti con la Corte dei Conti, sospenda l’indennità di rischio senza però richiedere a centinaia di famiglie di restituire cifre enormi, come del resto hanno già agito in altre regioni italiane. Anche perché” spiega ancora Pettinari “non stiamo parlando di primari o della fascia più ricca della classe medica, ma di tutti quei medici di Guardia che prendono normalissimi stipendi per svolgere un lavoro di enorme utilità nella sanità abruzzese, a cui è stata riconosciuta un’indennità di rischio a fronte delle mancate norme di sicurezza sui luoghi di lavoro che presidiano anche in ore notturne. Ma la Giunta non ha avuto il coraggio di prendere questo impegno”.
Silvio Paolucci. Abbiamo chiarito con due pareri dell’Avvocatura regionale – il primo del 4 agosto scorso e il secondo emesso oggi, 31 ottobre – che l’azione di recupero delle indennità corrisposte in passato ai medici di guardia è un atto dovuto e non una scelta della Giunta regionale, che ha dovuto recepirlo con delibera n. 398 del 18 luglio.
A nulla vale la risoluzione n. 37 approvata in Consiglio sull’argomento – che prevede la sospensione della restituzione – poiché essa è superata dal secondo parere dei legali della Regione.
L’amministrazione regionale ha proposto due soluzioni, mentre prosegue il lavoro sull’accordo con i sindacati di categoria: attivare una contrattazione decentrata nelle Asl che permetta ai medici di recuperare le stesse somme per il futuro, e per il pregresso chiedere al Parlamento una normativa nazionale che consenta di tornare allo status quo.