“Ad oggi – lamenta D’Alessandro – non è possibile conoscere lo statuto né la forma giuridica e nemmeno il Piano strategico del G.S.S.I., mentre sappiamo che si avvia a diventare, nella realtà dei fatti, una vera e propria università statale pubblica, drenando parte cospicua delle risorse destinate alla ricostruzione post-sisma. Ai primi di agosto lo stesso Chiodi lo definiva “un progetto di rilievo internazionale fortemente voluto dalla Regione Abruzzo e finanziato attraverso fondi Fas e risorse del Commissario per la Ricostruzione…”. Con la tavola imbandita e apparecchiata, sono sempre più numerosi i commensali che vogliono sedersi e pranzare a sbafo! Il G.S.S.I. vivrà con i fondi del terremoto, quei fondi che invece dovrebbero andare ai cittadini e alle imprese dell’Aquila, ma soprattutto all’Università che c’era e ancora c’è, con i suoi 27mila studenti, i suoi lavoratori e la complessità del suo indotto, rappresentando il principale motivo di rilancio dell’intero comprensorio. Il rischio, dunque, è che il neonato G.S.S.I., di cui non si conosce nulla se non attraverso le affermazioni a mezzo stampa, vada a succhiare linfa vitale all’Università dell’Aquila, mettendone a rischio i progetti e la splendida realtà di rinascita. Mi aspetto che Chiodi, in risposta alla mia interrogazione, voglia portare atti e documenti in modo da chiarire gli aspetti di una vicenda confusa e dubbia, sperando che almeno lui, sponsor dell’iniziativa, abbia potuto vederli e ne sia in possesso”.