L’Aquila. Taglio del 30 per cento del numero dei consiglieri regionali. Lo ha deciso oggi il Consiglio abruzzese, che ha approvato la modifica dello Statuto, riducendo in questo modo il numero dei componenti del Consiglio da 45 a 31 e quello degli assessori da 10 a 6.
“Siamo la prima regione d’Italia ad aver approvato questo taglio – ha sottolineato Gianni Chiodi –. Nessuna in tre anni e mezzo è riuscita a fare tanto sul fronte dei costi della politica fino a diventare una regione virtuosa. Siamo passati dalla parole ai fatti e questa ne è una ulteriore dimostrazione”.
Il commento di Maurizio Acerbo, consigliere regionale Prc
“La riduzione del numero dei consiglieri era un atto dovuto, obbligatorio per legge e la sua approvazione non costituisce un merito nè esenta da altre misure di taglio dei costi impropri della “politica”. La maggioranza non avrebbe mai ridotto il numero dei consiglieri se non lo avesse imposto la legge. Questa scarsa predisposizione all’autoriforma si è evidenziata non appena si è passati all’esame dell’emendamento da me presentato per cancellare un trucchetto inserito abilmente nello Statuto negli anni scorsi. PDL – PD – UDC – FLI – API hanno bocciato l’emendamento di Rifondazione Comunista -PdCI – Verdi che cancellava il furbo divieto che rende impossibile proporre in Abruzzo referendum sul trattamento economico di consiglieri e assessori. Lo Statuto Regionale dell’Abruzzo rimane blindato. Un divieto che non c’è nelle altre regioni (infatti nel Lazio abbiamo appena depositato 53.000 firme per l’abolizione dei vitalizi). Hanno votato a favore dell’emendamento oltre a Rifondazione Comunista, Pdci, Verdi (Acerbo-Saia-Caporale) e il gruppo dell’Italia dei Valori. Il PD ha votato contro insieme al centrodestra e all’UDC. SEL si è astenuta. Non si tratta come ha sostenuto il PDL di una proposta demagogica visto che gli statuti delle altre regioni non prevedono questa esclusione e persino a livello nazionale la materia non è esclusa infatti è stato depositato un quesito referendario pochi giorni fa. Morale della favola: si vota la riduzione del numero dei consiglieri perchè è un obbligo di legge a cui non ci si può sottrarre ma sugli emolumenti nessuna voglia di autoridurseli! Emerge l’ipocrisia bipartisan dei partiti che sostengono Monti: attraverso la riduzione del numero dei consiglieri tagliano le formazioni minori (in pratica quelli che hanno sempre criticato i loro abusi come Rifondazione) ma si tengono ben stretti i privilegi di casta che tanta indignazione suscitano nell’opinione pubblica. Se l’attuale trattamento economico dei consiglieri costituisce un privilegio non è riducendo il numero dei privilegiati che si risolve il problema! Mi pare evidente che chi ha bocciato il mio emendamento ritiene di essersela cavata con la riduzione e che non si ponga in Bruzzo il tema della riduzione delle indennità e dei rimborsi dei consiglieri. Pur essendo il nostro Consiglio più virtuoso di altri rimangono comunque eccessive le attuali retribuzioni. Rifondazione in Abruzzo continuerà a battersi per l’abolizione dei doppi vitalizi (regionale + parlamentare) e del doppio rimborso per le trasferte nonchè per la drastica riduzione degli emolumenti. Il Consiglio Regionale ha avuto il buon gusto di approvare il mio emendamento con cui si è cancellato il comma 3 dell’articolo 85 che prevedeva che ‘l’attività del Consiglio regionale non è soggetta al controllo della Corte dei conti’”.