“Vogliamo spiegare a tutti perché questo concorso è iniquo” si legge nella nota “e vogliamo anche mostrare quanto la scuola pubblica abbiamo bisogno di fondi, risorse e non di proclami elettorali. Ogni anno i precari presenti in graduatoria vengono assunti a Settembre e licenziati a Giugno, costando circa 9.mila euro in meno dei loro colleghi di ruolo. Eppure hanno lauree, master, specializzazioni e i loro concorsi li hanno già vinti! Ebbene si! Per quanto l’informazione tenda a tacitare il dato, tutti noi siamo nelle graduatorie perché vincitori di concorso. Profumo, dopo le lavagne elettroniche ha deciso di peggiorare la situazione: questo concorso non solo costerà 130 milioni di euro alle tasche degli italiani ma creerà solo false illusioni e sicuramente sperequazioni tra i lavoratori.
Come coordinamento precari Abruzzo ci opponiamo fortemente a questa decisione! Anziché proclami o decisioni dilettantistiche (il personale esiste, ha già vinto i suoi concorsi, attende da anni o decenni l’immissione in ruolo) noi vogliamo una scuola che funzioni e non istituti fatiscenti, classi pollaio, mancanza di personale! Non vogliamo il concorso, non vogliamo i tagli! La scuola è l’ultimo baluardo della democrazia, dell’uguaglianza, del pensiero critico, è un bene comune e come tale va difeso da attacchi che sono puramente ideologici”.