Il dato colloca l’Abruzzo all’ultimo posto della graduatoria nazionale. Emerge da un approfondimento che Confartigianato Abruzzo ha condotto su un’elaborazione del Centro studi della Confederazione nazionale.
Rispetto al dicembre 2016, che si è chiuso con il -8,4%, la flessione, a marzo 2017, si è ridotta del 2,5%. I numeri di marzo seguono una lunga lista di segni meno: dicembre 2016 -8,4%, settembre 2016 -7,3%, giugno 2016 -8%, marzo 2016 -8,6%, dicembre 2015 -4,5%, settembre 2015 -8,1%, giugno 2015 -8%, marzo 2015 -7%.
A livello provinciale, Teramo è agli ultimi posti della classifica nazionale: 236 milioni di euro, -8,8%. In coda alla graduatoria anche Chieti, che registra il -5,9% (253 milioni). La provincia dell’Aquila si ferma al -5% (188 milioni), mentre quella con il dato migliore, seppur negativo, è la provincia di Pescara, con il -3,4% (215 milioni).
I dati sui tassi attivi effettivi sui finanziamenti per cassa a imprese non finanziarie riferiti ad operazioni in essere e a rischi autoliquidanti e a revoca indicano che un’impresa abruzzese paga mediamente un tasso del 5,46%, in diminuzione di 51 punti base rispetto al marzo del 2016.
In Italia lo stock concesso all’artigianato, a marzo 2017, è pari a 42 milioni di euro, con una diminuzione del 4,5%. Subito sopra all’Abruzzo, nella classifica nazionale, vi sono Calabria, Friuli Venezia Giulia e Marche (-5,7%), Veneto (-5,6%) ed Emilia Romagna (-5,5%).
“Lo abbiamo detto tante volte e siamo stanchi di ripeterlo – afferma il presidente regionale di Confartigianato Abruzzo, Luca Di Tecco – Il tema dell’accesso al credito è di vitale importanza, ma, nonostante le numerose sollecitazioni, dalla Regione non abbiamo avuto risposte. Le micro e piccole imprese sono state le più penalizzate dalla pesante crisi recessiva. Siamo stanchi di attendere, di fronte ad un Governo regionale che sembra ‘sordo’, non solo sulla questione credito, ma anche sui temi più ampi posti con la “Vertenza Artigianato Abruzzo” alla fine dello scorso anno”.