Riforma trasporti, Ruffini: ‘Da Chiodi nessun impegno concreto sui tempi’

claudio_ruffiniTeramo. “Sulla riforma dei trasporti la maggioranza è in totale confusione e Chiodi non ha il coraggio di prendere nessun impegno sulla tempistica della sua attuazione”.

È quanto afferma il consigliere regionale del Pd Claudio Ruffini, che tira le somme del Consiglio straordinario sui trasporti, richiesto dal Pd e dalle minoranze, in cui, come sottolinea il politico, “un presidente Chiodi nei panni del “professore” e del “bacchettatore”  della tesi della minoranza di fatto non risponde alle domande cruciali che gli sono state sottoposte:  quando verrà redatto il piano industriale? Quali sono i tempi che porteranno alla fusione delle società? Alla luce della sentenza 199/2012 della Corte Costituzionale qual è la proposta di organizzazione sui bacini?”.

Secondo il consigliere del Pd il documento che l’assessorato ha predisposto farebbe, invece, solo una fotografia dell’esistente e di buoni propositi, “ma non comprende assolutamente – sottolinea Ruffini – le fasi e le procedure civilistiche per attuare la fusione. Inoltre non entra nel merito né delle integrazioni di esercizio né della contrattazione di secondo livello”.

Nell’opinione di Ruffini, la fusione è un’operazione straordinaria che richiede, nel caso di specie e considerato che si è di fronte ad una procedura di media complessità, una tempistica di 8/12 mesi per concludersi.

“Abbiamo bisogno che vengano definiti una serie di passaggi” aggiunge il consigliere “altrimenti dal giorno in cui si produrranno gli effetti della fusione sarà il caos total,e a meno che non si abbia il buon senso di predisporre un adeguato e serio piano industriale o piano d’impresa”.

Volendo esprimere una prima valutazione sul documento redato dall’assessorato, i dati che emergono dimostrano la bontà della fusione, ovvero che non vi sono pesanti esuberi di personale né aumenti dei costi.

“Ma questa maggioranza” conclude Ruffini “teme la riforma perché mina la stessa integrità della già fragile maggioranza. Le poltrone assegnate ai propri amici difficilmente verranno toccate, tanto è vero che nel piano vengono previsti addirittura sette direttori generali. La nostra proposta è di andare avanti con la fusione e di salvaguardare gli esuberi del personale tagliando e facendo a meno di qualche dirigente che certamente ha un costo superiore rispetto agli operai”.

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