Accordo tra clan campani per incassare il pizzo: arresti e sequestri anche in Abruzzo

litorale-domitioChiedere il pizzo ‘tappeto’ a tutte le attività commerciali del litorale campano per poter incassare 400mila euro in un solo mese. Questo l’obiettivo del “superclan” stanato dai carabinieri del Ros che, su disposizione del gip di Napoli, hanno eseguito 47 arresti non solo in Campania, ma anche in Abruzzo, Calabria, Emilia Romagna, Lazio e Lombardia, colpendo in particolare l’attuale gruppo dirigente del clan Mallardo.

Una maxiretata per un maxiclan, che vede coinvolti 50 indagati tra i Bidognetti di Castelvolturno, i Mallardo di Giugliano e i Licciardi di Secondigliano.

“Un accordo che inquieta e preoccupa non poco le forze dell’ordine” ha spiegato Federico Cafiero de Raho, coordinatore del pool di magistrati che si occupano di criminalità nella provincia di Napoli. “Un accordo militare ed economico che permette a tre importati gruppi criminali di fondarsi tra loro creando un gruppo unico”.

Tutti i proventi delle attività illecite confluiscono in una sorta di cassa comune della cosca. “Metà di quei profitti” spiega il generale dei Ros, Mario Parente “servivano per pagare gli stipendi agli affiliati, ai detenuti e ai loro parenti. L’altra metà veniva divisa in tre parti per i tre gruppi aderenti alla supercosca”.

Dopo la condanna all’ergastolo dei boss Giuseppe e Francesco Mallardo, al vertice del clan c’erano Raffaele Mallardo e Giuliano Amicone, che, attraverso l’uomo di fiducia del latitante Francesco Napolitano, avevano un legame con l’Alleanza di Secondigliano, cartello in cui hanno grande peso i Licciardi. Con questi e con il gruppo dei Casalesi, che fa capo al boss detenuto Francesco Bidognetti, i Mallardo hanno stretto un patto generando un gruppo misto gestito da un direttorio di tre rappresentanti, uno per ogni componente. Alla loro azione intimidatoria per le estorsioni si deve, tra l’altro, l’attentato con la dinamite nel 2004 a Castelvolturno all’esterno dell’abitazione dell’imprenditore Cristoforo Coppola. Nell’operazione di oggi, sono stati sequestrati anche beni per 3 milioni di euro, tra cui uno yacht intestato a prestanome.

 

Foto lavocedelvolturno.com

 

 

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