“La modifica del regolamento” spiegano D’Amico e Ruffini “era necessaria, considerate le difficoltà procedurali attuali per il riconoscimento del danno subito e del relativo indennizzo. Attualmente gli organi preposti all’accertamento delle cause della morte ed al successivo rilascio del certificato (personale veterinario delle Asl) hanno difficoltà nell’immediato a recarsi sui luoghi, spesso impervi, dove il bestiame è stato aggredito da animali selvatici. A distanza di poco tempo i resti del bestiame aggredito e gli eventuali elementi probanti spariscono ad opera di altri animali selvatici. Tutto ciò comporta l’impossibilità da parte degli allevatori di ottenere il risarcimento. La modifica prevede ora che l’accertamento del danno può essere effettuato anche da veterinari abilitati non dipendenti di strutture pubbliche. Questa modifica, oltre che snellire le procedure, ci darà la possibilità di riaprire un dibattito in commissione e in Consiglio Regionale per ridiscutere una norma oramai superata, così come richiestoci anche dai rappresentanti delle categorie presenti stamane nella proficua riunione di lavoro. Ci siamo impegnati dunque ognuno nelle rispettive competenze a produrre documentazioni in materia e di richiedere una audizione delle categorie stesse in Commissione per la valutazione degli stessi, in modo da istituire un gruppo di lavoro tecnico sul tema che si occupi di restituire una norma più attuale, che sia efficace e che garantisca tempi più brevi per gli accertamenti, e tempi certi per gli indennizzi. Certo è che ora, alla luce di quanto emerso dalla riunione di oggi, il tema richiederà una capacità di confronto anche con il mondo venatorio”.