Lo dice in una nota il consigliere Idv in Consiglio Provincia a Chieti, Palmerino Fagnilli, che prosegue: “Un’esperienza estrema si pone davanti agli occhi. Ci vuole tanta, molta attenzione: il tipo di funghi, le vipere, i tanti piccoli e gravi incidenti che possono capitare, ma soprattutto attenzione alla Legge Regionale sulla raccolta funghi. Poiché la tossicità si annida laddove nemmeno s’immagina. La Legge sulla raccolta funghi, dopo secoli, nella nostra regione verde d’Europa, veniva alla luce nel 2006 con lo spirito montesquieuiano di proteggere l’uomo dalla velenosità dei funghi e proteggere i funghi dalla velenosità dell’uomo. Invece la storia racconta il paradosso: primo bisogna preoccuparsi della tossicità della Legge. A questo proposito il consigliere provinciale di Chieti, Palmerino Fagnilli, ha presentato un ordine del giorno sulla Legge Regionale n.9 del 3 marzo 2010 riguardante modifiche e integrazioni alla Legge Regionale n. 34 dell’8 novembre
2006 e smi recante la Disciplina della raccolta e della commercializzazione dei funghi epigei spontanei in Abruzzo. La Legge Regionale prevede che il candidato, per conseguire l’attestato di idoneità alla raccolta, deve frequentare, un corso di micologia. Poi, l’obbligo ai fini del rinnovo del tesserino, di frequentare con cadenza almeno quinquennale un ciclo di lezioni della durata di almeno 5 ore, per il conseguimento dell’attestato di aggiornamento. La Legge stabilisce che il ciclo di lezioni è gratuito per i raccoglitori di funghi e i relativi costi sono a carico delle Province, Art. 3. I raccoglitori, però, che giungono al momento di aggiornarsi devono frequentare e organizzare tali corsi a proprie spese. Quindi i tesserati per essere in regola, servendosi delle Associazioni micologiche, organizzano e pagano in proprio i corsi per l’attestato di aggiornamento, mentre c’è chi assume un comportamento tossico ponendosi fuori legge. Cosa accadrebbe allo stesso se non rispettasse un obbligo di legge, diventerebbe immediatamente tossico, quindi sanzionabile?! Oltre non essere un bell’esempio di comportamento da parte dell’Istituzione Provincia, l’atteggiamento porta alla luce anche la scarsa considerazione che si ha del settore. La valenza del rapporto con l’ambiente mediato dalla passione per la raccolta dei funghi sarebbe da tenere in forte considerazione sotto tutti gli aspetti qualora s’intendesse promuovere una visione completa del
turismo verde. La sua promozione – cocnlude Fagnilli – calata in un contesto di vissuto armonico con l’ambiente, sarebbe quanto mai opportuna e necessaria nell’anno internazionale dei boschi e delle foreste. Bisogna al più presto mettere riparo all’assurdo, chiara parodia della situazione italiana. Ah e non si faccia sapere che ci sono pure gli asparagi”.