Un nuovo ciclone investe il palazzo della Regione Abruzzo e questa volta sul banco degli imputati finisce il vice presidente Alfredo Castiglione, reo di aver inviato, su carta intestata della Regione, una lettera di raccomandazione internazionale per favorire la convivente di un politico. A rivelarlo è il quotidiano La Repubblica.it che, in un articolo a firma di Giuseppe Caporale, svela i retroscena della missiva inviata al vice ministro albanese Nora Malaj.
“Signor vice ministro” scrive Castiglione nella lettera pubblicata da Repubblica “facendo seguito all’incontro del 14 gennaio 2011 sono a manifestare con la presente l’interesse della Regione Abruzzo a collaborare con codesto Ministero al fine di sviluppare una fattiva collaborazione in ambito culturale. Penso, infatti, che la cultura rappresenti un importante fattore di sviluppo economico e auspico uno scambio di esperienze foriero di una crescita culturale reciproca che possa dare un contributo importante alle economie dei nostri Paesi. In particolare, attesa la rilevanza dell’Accademia di danza di Tirana, si rileva la valenza di una collaborazione con l’associazione Rassjanka con sede in Pescara per finalizzare una convenzione per definire una collaborazione di lunga durata nel campo della danza. Ringraziandola per la collaborazione che vorrà accordarsi, le porgo i miei più cordiali saluti”.
Come rivela lo stesso quotidiano, la lettera è stata sequestrata dalla squadra mobile di Pescara che indaga su un giro di consulenze e appalti pubblici legati alla società Ecosfera che gestiva progetti internazionali. In sostanza, quella che è stata ribattezzata come “operazione Caligola”. L’ipotesi degli investigatori a carico del vice presidente è corruzione aggravata. E secca è stata la smentita dello stesso Castiglione, il quale ha affermato “la totale estraneità ai fatti”, dichiarando “di non aver mai inquinato l’esercizio delle proprie funzioni e attività pubbliche e istituzionali connesse e correlate alle predette cariche con il perseguimento di interessi di carattere privatistico. In particolare comunico di non essermi mai adoperato per favorire il raggiungimento di obiettivi di asserite associazioni illecite e di non aver mai speso la mia autorevolezza e la mia influenza politico-istituzionale per l’aggiudicazione pilotata di commesse pubbliche. Ho motivo di ritenere che l’indagine a mio carico e l’ipotesi di accusa formulata nei miei confronti siano derivate da un equivoco che mi propongo di chiarire al più presto, presentandomi non appena possibile dinanzi al magistrato inquirente per spiegare i motivi della mia estraneità alla vicenda”.
Nel frattempo, sempre nell’ambito della stessa inchiesta, il gip del tribunale dell’Aquila ha concesso alla dirigente regionale Giovanna Andreola, di poter proseguire la misura degli arresti domiciliari nella sua abitazione all’Aquila, accanto al marito, Michele Glasi anche lui sottoposto allo stesso regime. La Andreola si trovava ai domiciliari nella casa paterna di Salerno per il coinvolgimento nell’inchiesta Caligola, fin dal momento del suo arresto, avvenuto a metà gennaio. Era stato nei giorni scorsi l’avvocato aquilano, Francesco Carli, legale di fiducia della dirigente a chiedere una misura meno afflittiva. La Andreola viene definita dai magistrati aquilani “chiave di volta dell’inchiesta”, perchè avrebbe agito per far avere al marito, Michele Galdi, consulenze da importanti società. Nel mirino degli investigatori la gara per i fondi Ipa, che Ecosfera si sarebbe aggiudicata per un milione di euro, mentre alla Cyborg srl sarebbe stata attribuita una commessa di circa centomila euro tutto grazie all’accordo tra Lamberto Quarta (consulente della societa’ Ecosfera, Gruppo spa con sede a Roma) e Andreola, con in contropartita le consulenze affidate a Galdi. Nei giorni scorsi, nell’ambito della proroga delle indagini, la Procura dell’Aquila ha iscritto sul registro degli indagati anche il coordinatore della Struttura tecnica di missione, Gaetano Fontana, e l’ex assessore della Giunta Del Turco, l’avvocato Antonio Boschetti. Gli altri indagati nell’inchiesta su “Ecosfera” sono Dulio Gruttadauria, presidente del consiglio d’amministrazione e socio della società Ecosfera, Gruppo spa con sede a Roma, la moglie Anna Maria Teodoro, socio della società Ecosfera Gruppo spa, Corrado Troiano, socio della società Cyborg srl con sede a Chieti e Mario Gay, vice presidente dell’Osservatorio interregionale cooperazione sviluppo che ha sede a Roma. Infine coinvolti un dirigente della Regione Puglia Bernardo Notarangelo, l’ex sindaco di Pescara, Luciano D’Alfonso (Pd), e Camillo Cesarone, ex sindacalista e ex capogruppo del Pd in Consiglio regionale.
Il consigliere regionale Maurizio Acerbo: “Castiglione si dimetta”. Dopo la lettura su Repubblica.it della lettera con cui il Vicepresidente della Giunta Regionale Alfredo Castiglione le dimissioni sono un atto dovuto. La magistratura stabilirà se vi sono profili penali nella condotta di Castiglione come degli altri indagati ma una cosa è certa: la carta intestata della Regione non può essere usata per sponsorizzare parenti e/o conviventi. Ancor più grave che l’uso disinvolto del proprio incarico istituzionale per favorire interessi privati si eserciti nelle relazioni con un governo di paese straniero. Nella storia poco gloriosa della politica abruzzese mancavano solo le raccomandazioni internazionali! In Giappone il vicepresidente Castiglione avrebbe già fatto harakiri, in Germania avrebbe chiesto scusa ai cittadini, in Abruzzo probabilmente gli esponenti della maggioranza gli esprimeranno solidarietà e il Partito Democratico degli indagati dirà che non strumentalizza vicende personali”.