“In futuro potrei essere costretto a dover abbandonare l’aula o a non poter essere presente. Propongo all’avvocato Caiazza di rinunciare alla prescrizione”. E’ quanto ha dichiarato l’ex patron di Villa Pini, Vincenzo Angelini, presente in aula, sofferente, questa mattina nel processo all’ex presidente della Regione, Ottaviano Del Turco.
Nel controesame, l’avvocato Caiazza, difensore di Del Turco, ha fatto notare la differenza di valori delle contestazioni formulate dalle commissioni ispettive alle cliniche private prima e durante la giunta Del Turco. “Nel 2004 ammontano a 220 mila euro, nel 2005 a 35 milioni di euro e nel 2006 a oltre 34 milioni di euro. Questi sono atti della Guardia di finanza, che definisce il confronto imbarazzante”. Caiazza poi si rivolge ad Angelini e gli chiede se “sono questi i dati dello strangolamento economico a cui lei faceva riferimento con l’attività ispettiva della giunta Del Turco”. Angelini, dopo aver detto di conoscere i dati citati dal legale di Del Turco, ha voluto spiegare la differenza di prestazioni contestate sostenendo l’utilizzo da parte della commissione regionale ispettiva “di deduzioni arbitrarie”. L’ex numero uno delle cliniche private abruzzesi ha risposto alle domande di Caiazza sostenendo che “le ispezioni fatte per Villa Pini, indipendentemente da quello che è stato fatto per le altre case di cura, sono state cucite su misura” ed ha parlato di “rapporto privilegiato del presidente dell’Aiop Luigi Pierangeli con la giunta e, in particolare, con Paolini”. Angelini dice di aver fatto presente alla Regione che tutti i ricoveri del 2004 della casa di cura Pierangeli erano in realtà prestazioni ambulatoriali o day hospital. “Ho poi saputo che la Asl di Pescara ha sostenuto che, siccome la Regione non aveva disciplinato il day hospital, non potevano che pagarsi come prestazioni di degenza ospedaliera nonostante una casa di cura di Canistro era stata retribuita per il day hospital con la tariffa del ricovero di un solo giorno. La commissione ispettiva permanente non ha tenuto conto di questi fatti”. Caiazza ha poi fatto notare all’ex imprenditore della sanità che l’Aiop si è costituita parte civile sostenendo una tesi contraria, ossia di essere stata penalizzata dalla Regione e che sono state favorite indebitamente le case di cura appartenenti al gruppo Villa Pini.
Prima di passare al tema delle dazioni Angelini è tornato a parlare del tentativo da parte di “Del Turco di indurlo a svendere il suo patrimonio a De Benedetti”. Quest’ultimo “voleva comprare Villa Pini pagandomi solo i debiti, una proposta simpatica, l’avessi accettata, visto come è stato poi bravo Del Turco a strangolarmi”. L’avvocato Caiazza ha mostrato poi una lettera del settembre 2006 firmata da Angelini rivolta alla società FIG Italia srl, riguardante trattative per la vendita di Villa Pini. Angelini ha replicato dicendo che in quel periodo Gianluca Zelli era il dominus di Villa Pini: “è stato il vero padrone per quattro anni. La lettera l’ha scritta lui io l’ho firmata”. Alla fine Angelini dice di sentirsi male: “fatemi visitare, chiamate il medico se non vi fidate. Rinunciamo alla prescrizione così problemi non ce ne sono”. Il controesame si ferma, il presidente sospende l’udienza: si torna in aula il 18 aprile.