Comuni rinnovabili 2012: l’Abruzzo c’è

fotovoltaicoC’è anche un pezzetto di Abruzzo nell’olimpo delle amministrazioni più green, come emerge dalla ricerca annuale di Legambiente sui Comuni rinnovabili 2012. Sebbene, infatti, si resti ancora molto lontani dalle provincie settentrionali, Bolzano e Trento in primis, la nostra regione fa la sua bella figura in alcuni settori nei quali ha dimostrato di saper investire con convinzione, finanziando anche progetti importanti.

L’impegno in questa direzione ha già cominciato a portare i suoi primi frutti. In Abruzzo, infatti, sono stati prodotti lo scorso anno ben 1.002,6 megawatt di energia da impianti idroelettrici, 449,9 da solare fotovoltaico, 235, 9 da eolico, 0,055 da geotermia e 6,4 da biomasse e rifiuti.

Nella classifica dei primi 50 Comuni con impianti solari fotovoltaici sui tetti, la principale soddisfazione abruzzese arriva dall’aquilana Oricola che si colloca al 19° posto. Teramo invece si pone al 6° posto nella top 10 dei Comuni con solare termico nell’edilizia, precedendo addirittura Milano. A Palena, in provincia di Chieti, spetta il record abruzzese per gli impianti di minieolico, superata solo da Bisaccia in provincia di Avellino, mentre Bussi sul Tirino (Pe) è al 30° nella classifica dei 50 Comuni con impianti mini idroelettrici.

Per quanto riguarda i grandi impianti che utilizzano l’energia dell’acqua, l’Abruzzo ne ospita 57 su 2736 presenti in tutta Italia. E se le caratteristiche fisiche abruzzesi non consentono l’utilizzo dell’energia geotermica ad alta o bassa entalpia, non mancano alcuni timidi segnali di apertura nell’utilizzo di bioliquidi e teleriscaldamento da fonti rinnovabili.

Sono in totale 7986 i Comuni italiani nei quali si trova almeno un impianto. Una crescita esponenziale che negli ultimi periodi ha visto aumentare il numero degli impianti da fonti rinnovabili – solare in particolare ed energie alternative in generale come biomasse geotermico e idroelettrico – nel 95 per cento dei comuni italiani. E sono 23 le amministrazioni che rappresentando il meglio che l’Italia sappia offrire nell’innovazione energetica e ambientale, definite da Lagambiente al 100 per cento rinnovabili nelle quali, in alcuni casi, viene addirittura superato il fabbisogno energetico dei propri abitanti.

In particolare è il settore del solare fotovoltaico ad aver avuto la maggior impennata di installazione e produzione di energia, segno questo che sta passando la cultura dell’utilizzo del sole. La crescita delle amministrazioni che danno il via a impianti puliti, giunti a quota 400mila, è in pratica raddoppiata solo nell’ultimo biennio, raggiungendo una produzione di energia di 84,1 TWh (dal 76,9 del 2009) che ha contribuito nel 2011 al 26,6 per cento dei consumi elettrici degli italiani. Un vero e proprio boom c’è stato anche nel settore eolico, grazie in particolar modo alla diffusione più capillare di impianti di piccola taglia.

E i vantaggi dell’investimento nella green economy non sono solo per l’ambiente con la riduzione di emissioni di anidride carbonica e di produzione di energia termoelettrica maggiormente inquinante ma anche e soprattutto economici. Come non considerare, infatti, la diminuzione delle importazioni delle fonti fossili e i primi segnali di abbassamento dei costi dell’energia sul mercato. Inoltre, grazie agli investimenti sulle fonti rinnovabili, aumenta il numero degli occupati in questo settore, che ha visto crescere in poco tempo oltre 100mila nuovi posti di lavoro e il Consiglio nazionale degli Ingegneri prevede che entro il 2020 se ne creeranno altri 250 mila nel campo dell’energia pulita e 600mila nel comparto dell’efficienza e della riqualificazione edilizia.

 

Manuela Martella


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