Pescara. È stato sottoscritto questa mattina a Pescara, nella sede dell’assessorato alle politiche agricole, il protocollo d’intesa per avviare azioni di contrasto al fenomeno del “caporalato”.
L’accordo è stato firmato da Regione, Anci, Ispettorato interregionale del lavoro di Roma, Inps, Inail, Cgil, Cisl, Uil, Assolavoro, Coldiretti, Cia e Copagri.
In Abruzzo, il caporalato registra una diffusione a macchia di leopardo, con un’incidenza ovviamente maggiore nelle aree a più alta vocazione agricola.
In queste zone, i rapporti annuali della commissione regionale di coordinamento dell’attività di vigilanza (di cui fanno parte, tra gli altri, anche rappresentanti delle forze dell’ordine), hanno spesso evidenziato situazioni di illegalità per quanto riguarda l’attività di intermediazione del lavoro, con riferimento in particolare ad assunzioni fittizie e sfruttamento di dipendenti stagionali extracomunitari, ma non solo.
L’accordo firmato oggi prevede l’istituzione di un osservatorio per monitorare il fenomeno e predisporre azioni di contrasto, anche attraverso l’accoglienza dei lavoratori immigrati; lo stesso osservatorio si farà promotore di accordi tra sindacati e organizzazioni datoriali, così da individuare forme contrattuali più vantaggiose per lavoratori e aziende; saranno attivati tavoli territoriali presieduti dai prefetti delle 4 province; verranno programmati controlli mirati in collaborazione tra ispettorato del lavoro, Inps, Inail e Asl; sarà sostenuta l’adesione delle aziende agricole alla “Rete del lavoro agricolo di qualità”, per la valorizzazione e la salvaguardia delle imprese agroalimentari che operano nella legalità.
“Purtroppo – sottolinea l’assessore alle politiche agricole Dino Pepe – non solo il settore dell’agricoltura è coinvolto nel fenomeno del lavoro irregolare.
Per affrontare queste situazioni abbiamo avviato una serie di riflessioni e approfondimenti con tutti i portatori d’interesse, oggi contenute nel protocollo che abbiamo firmato. Perché il caporalato è una piaga che impoverisce la nostra economia nel suo complesso, e quella agricola in particolare, penalizzando le tantissime aziende che invece lavorano nel rispetto delle leggi, tutelando i propri lavoratori e riconoscendone i diritti”.