Pescara. “L’Italia deve fare le scelte giuste. Non possiamo permetterci un’opera insostenibile dal punto di vista economico e ambientale e inutile pure dal punto di vista del trasporto”.
Entra a gambe tese Legambiente nell’argomento che sta scuotendo lo Stivale da cima a fondo e lo fa anche in Abruzzo, dove aderisce alla manifestazione “Siamo tutti no Tav”.
“È necessario riconsiderare il progetto anche alla luce delle recenti dichiarazioni dell’agenzia ambientale francese – spiega il presidente di Legambiente Angelo Di Matteo – che ha sostenuto la maggior validità dell’ammodernamento e messa in sicurezza dell’attuale linea, rispetto alla realizzazione di quest’opera, vista anche la necessità di provvedere adeguatamente allo sviluppo del traffico delle merci, il quale però si muove prevalentemente sull’asse Nord-Sud e non da Ovest a Est. Ci auguriamo che il governo Monti mostri lo stesso coraggio dimostrato in occasione della scelta sulle Olimpiadi e, nell’interesse di tutta l’Italia, cancelli quest’opera”.
“Serve una pausa di riflessione – aggiunge Luzio Nelli, della segreteria regionale di Legambiente – Il grave incidente durante le operazioni di allargamento di un cantiere presso la baita Clarea deve fermare gli espropri e gli ampliamenti dei cantieri. È assurdo che nonostante la positiva e partecipata manifestazione di sabato, i lavori stiano proseguendo nel totale spregio dei valligiani e dei reali interessi del Paese. Il governo prenda atto dell’opposizione da parte dei residenti – espressa anche a rischio della vita – e fermi un’opera evidentemente inutile, dannosa e costosissima per il Paese . Si torni subito al tavolo della progettazione per concertare i piani infrastrutturali e di traporto realmente necessari all’Italia, anche nel rispetto delle proteste che devono, ora più che mai, essere pacifiche e intelligenti”.
Si alza anche dall’Abruzzo la seria perplessità che l’Italia si possa impegnare per un esborso di 5 miliardi di euro in un periodo di difficoltà economiche come quello attuale, quando mancano le risorse per gli investimenti infrastrutturali e per il 2012 è previsto un taglio del 75% delle risorse per i pendolari. “È pura fantascienza pensarlo – prosegue Luzio Nelli – L’Italia ha bisogno di una vera politica dei trasporti che ad esempio punti sul rafforzamento del servizio e delle infrastrutture ferroviarie nelle aree metropolitane, e che consenta ai treni merci di diventare competitivi nei confronti del trasporto su gomma, ad esempio realizzando poli logistici e opere di accesso alle grandi infrastrutture di valico. Invece il nostro Paese, ad oggi, è sprovvisto di un piano sulla mobilità e della logistica per impostare una seria programmazione dei trasporti”.