Teramo. Carlo Costantini, capogruppo dell’Idv in consiglio regionale torna a chiedere spiegazioni, ma soprattutto chiarezza, al Governatore Gianni sul coinvolgimento del suo studio professionale con le società cipriote, finite in un’inchiesta per bancarotta.
Società cipriote (che fanno rima con paradisi fiscali), che hanno sede legale nello studio professionale di Chiodi e del socio Carmine Tancredi. “Non si tratta di semplice e morbosa curiosita’”, scrive Costantini, “ ma di capire cosa succede nello studio professionale del Presidente della Regione Abruzzo che la mattina, quando ci rappresenta tutti, ci ricorda che le tasse, anche se salatissime, le dobbiamo pagare, mentre la sera, quando rappresenta gli interessi dei clienti del suo studio professionale, evidentemente se ne dimentica o, nella migliore delle ipotesi, consente che qualcuno, a sua insaputa, se ne dimentichi.
L’ho trovato talmente difficile che non solo non gli ho dato torto, ma mi sono persino convinto che saperlo sia un preciso diritto dei cittadini abruzzesi che, di fatto, al Presidente della Regione hanno affidato un pezzo importante del loro futuro”. Costantini ha deciso, inoltre, di rednere pubblica una visura camerale relative alle stesse società finite nell’inchiesta. “Quello che emerge”, aggiunge, “ e’ che il livello di collaborazione nell’operazione del socio di Chiodi non e’ circoscritto alla sola ospitalita’ della sede legale: il socio del Presidente della Regione e’ anche il procuratore al quale le due societa’ cipriote sembrano aver fornito ampia delega ad operare per loro nome e conto, incluso il potere di versare presso la Banca di Teramo il deposito provvisorio del loro capitale sociale. Ovvio che non sta a me esprimere valutazioni o giudizi che non siano strettamente politici.
Ma proprio sul piano politico la questione ha assunto, dal mio punto di vista, dimensioni tali da imporre una presa di posizione da parte del Presidente Chiodi. Chiodi, in particolare, ha il dovere di spiegare agli abruzzesi se c’entra o se non c’entra nulla e nel caso (assolutamente auspicabile) in cui dichiari di non entrarci nulla, deve comunque chiarire se ritiene compatibile quello che accade nel suo studio professionale con la carica di Presidente di Regione che continua a ricoprire”.
La visura camerale