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Pescatori in sciopero, ma le marinerie abruzzesi si dividono

Marineria di tutto l’Abruzzo in sciopero da oggi fino a venerdì; i marittimi di Pescara, Giulianova e Ortona aderiscono alla protesta nazionale contro il caro-gasolio, assommandone le negative conseguenze del mancato dragaggio. Barche ferme e manifestazioni in piazza, ma i marittimi iniziano a dividersi: a Pescara e Ortona si sono rischiati gli scontri.

Dalla notte scorsa i marinai del porto di Pescara hanno allacciato i loro pescherecci agli ormeggi e non li faranno salpare fino a venerdì. La protesta nazionale del comparto ittico, che dopo gli autotrasportatori e gli agricoltori si scaglia contro il caro-gasolio, parte anche a Pescara; ma i portuali nostrani, loro malgrado, hanno da lamentare le dure conseguenze dell’insabbiamento del canale e della darsena commerciale dovute al mancato dragaggio, l’incubo reale che li attanaglia da oltre un anno. Un lungo periodo fatto di crisi economica e proteste, che comincia a logorare la marineria anche dall’interno; se, infatti, per le ripetute manifestazioni precedenti marinai e pescatori si sono tenuti compatti, alcuni di loro, quelli ormai più scoraggiati, hanno salpato ugualmente le ancore per effettuare l’ordinaria battuta di pesca, disattendendo l’intesa della categoria sull’attuazione dello sciopero e suscitando nervosismo e malcontento tra i colleghi rimasti a terra a protestare.

Una frattura che ha spinto addirittura la Capitaneria di Porto ad intervenire per mediare ed evitare che i dissidi sorti tra gli uomini di mare sfocino in atti di violenza o ritorsione verso chi sceglie di non scioperare. È rimasta comunque folta la rappresentativa che questa mattina si è radunata in piazza della Marina, per manifestare pacificamente dinanzi la sede della Direzione marittima e ribadire i propri disagi: danni alle navi e rincari sui costi d’attività. Più esborsi e meno pescato, quindi, che ricade direttamente e negativamente sui prezzi del pesce.

 

Ortona non sciopera: Pescara e Giulianova accorrono e il pescato va in beneficenza. Così come hanno fatto alcuni la scorsa notte a Pescara, la marineria ortonese ha scelto di ignorare lo sciopero e di uscire in mare con pescherecci ‘volanti’ e a strascico per effettuare l’odierna battuta serale di pescara. Ma poco dopo le 18:00, quando le navi sono salpate dal porto, la notizia è giunta ai colleghi in sciopero più a nord, a Pescara e fino a Giulianova, che indignati si sono precipitati sul molo della costa teatina con le peggiori intenzioni. Fortunatamente, dopo alcuni momenti di concitata tensione, al rientro dei pescherecci è prevalso il buon senso, ‘sospinto’ dalle mani dei pescatori pescaresi e giuliesi pronte ad impedire alle ‘scafette’ di pescato di essere scaricate e portate al mercato ittico per l’asta. Una vicenda finita nel migliore dei modi: gli uomini di mare delle tre province abruzzesi hanno deciso di devolvere tutto il pesce ‘incriminato’ in beneficenza. Un lieto fine, al contario di quello che l’intero comparto ittico riesce a vedere in questo periodo di crisi, aggravata dal rincaro del costo-carburante: “Sono già 10 giorni che siamo fermi”, riferisce con rammarico uno dei marinai di Giulianova accorsi ad Ortona, ” Non possiamo più pagare quasi un euro per un litro di gasolio. Così non possiamo più coprire i costi d’attività”. “Non abbiamo intenzione di bloccare il Paese con lo sciopero”, continua, “ma vogliamo essere ascoltati dal Governo, altrimenti per la categoria e molte famiglie già in gravi difficoltà arriverà la fine”.

 

 

Daniele Galli