Il centro destra ha deciso: non ci sarà nessun rinvio nell’applicazione delle spese e delle tariffe per le autorizzazioni legate al rischio sismico. Dal prossimo 1 febbraio, quindi, imprese e cittadini pagheranno delle somme ingenti, così come stabilito dalle due delibere di giunta, la 837 e la 838 del 28 novembre 2011.
Il Consiglio Regionale riunito ieri, infatti, ha rinviato la proposta del Pd, presentata dai consiglieri Claudio Ruffini, Giuseppe Di Pangrazio e Giovanni D’amico, i quali chiedevano di rispettare le disposizioni contenute negli articoli 1 e 2 della legge regionale n.43/2011, che prevedono per la loro definizione un passaggio obbligatorio in Commissione Consiliare, e di mettere in atto tutte le iniziative possibili affinchè il lavoro degli ex Uffici del Genio Civile delle Province vengano assistiti ed implementati dal personale della Regione Abruzzo e dal personale degli Enti strumentali regionali soppressi.
“Questa Regione continua a perdere tempo” è il grido di allarme dei consiglieri regionali del Pd “sulla vicenda del terremoto ha pasticciato su tutto. Sia i tecnici, che le imprese ed i cittadini sono in difficoltà e la situazione che si è creata non fa che alimentare una grande confusione. Chiediamo con forza ed urgenza che vi sia una proroga dell’entrata in vigore della legge al fine di evitare questo gran pasticcio. ”
Secondo gli esponenti del Pd è, inoltre, in atto un continuo svilimento delle funzioni del Consiglio regionale e delle Commissioni consiliari, una escalation vertiginosa che ha condotto questa maggioranza a chiudersi in sé stessa e a negarsi al confronto costruttivo con la minoranza.
“Vogliamo che su una materia così importante come la sicurezza sismica vi sia maggiore condivisione e minori incertezze” aggiungono i Consiglieri. “Per queste ragioni chiediamo che la Regione si faccia carico delle proprie responsabilità, rinviando la legge e, se proprio non riescono a fare neanche questa cosa, che almeno dal 1 febbraio venga fatta la necessaria informazione a cittadini ed imprese. Visto che Chiodi ed i suoi assessori non sono in grado di evitare né la stangata né la gran confusione che si creerà non gli resta che trarre le dovute conseguenze”.