I principali imputati sono le polveri sottili: per l’Abruzzo, Pescara fa parte di quel 67 per cento dei capoluoghi di provincia monitorati che nel 2011 non ha rispettato il limite consentito di superamenti della soglia di PM10, e si colloca perciò al 34esimo posto su scala nazionale: non solo nel 2011 ha raggiunto i 69 superamenti, sui 35 consentiti annualmente, ma li ha aumentati del 17 per cento rispetto al 2010 (più della media nazionale, che è del 12 per cento), alla conclusione del quale la centralina di viale Bovio segnava 59 superamenti.
“Se si considera che al 31 dicembre la centralina di Santa Teresa di Spoltore aveva rilevato ben 140 superamenti di PM10” sostiene Antonella Carlucci, della segreteria regionale di Legambiente “questo collocherebbe il livello di inquinamento della nostra area metropolitana a metà strada tra Milano (131 superamenti) e Torino (158). Il particolato emesso dagli scarichi delle autovetture, dagli impianti di riscaldamento e dai processi industriali, sono sostanze altamente dannose per la salute umana per la loro capacità di penetrare in profondità nell’apparato respiratorio”.
Ma c’è di più. Dal dossier Mal’Aria 2012 emerge un altro dato inquietante: Pescara si colloca all’undicesimo posto in Italia per il superamento dei limiti consentiti del biossido di azoto. A fronte di una media consentita di 40 ?g/m³, Pescara si attesta infatti sul valore medio di 50, mentre Teramo sfiora il limite con appena 38. Gas tossico dall’odore forte e pungente, e con grande potere irritante, il biossido di azoto (NO2) è uno degli inquinanti tenuti particolarmente sotto controllo per la valutazione della qualità dell’aria che respiriamo, in quanto è una sostanza irritante per le vie respiratorie e per gli occhi, e può raggiungere gli alveoli e provocare edema polmonare.
E l’inquinamento acustico? La considerazione è quasi inesistente: dei 305 Comuni abruzzesi solo 10 hanno approvato la classificazione acustica, di cui quindi usufruisce appena il 10% della popolazione.
“Al traffico” commenta Antonio Sangiuliano, direttore di Legambiente Abruzzo “si risponde troppo spesso con interventi occasionali di emergenza, mentre per limitare le auto in città servono serie politiche di mobilità sostenibile e di potenziamento del trasporto pubblico locale, ma si deve pensare più seriamente anche al modo di ridurre il flusso del traffico pendolare in entrata nelle città. Il trasporto su strada incide per il 40 per cento sulle emissioni totali dei PM10 nella sola città di Pescara e per più della metà (55 per cento) sulle emissioni totali dell’ossido di azoto. Per di più, i recenti tagli al traffico ferroviario pendolare, oltre a peggiorare un servizio, andranno anche ad incidere sul traffico veicolare privato, con l’inevitabile, ulteriore incremento delle emissioni dannose. L’Abruzzo sente sempre più incombente la necessità di un piano regionale dei trasporti che intervenga sulla mobilità integrata e possa potenziare il trasporto pubblico, incentivando gli spostamenti con mezzi a basso impatto ambientale”.