“L’Abruzzo attraversa ancora una fase congiunturale che continua a essere lontana da una vera ripartenza. Occorre uno scatto di responsabilità di tutte le forze politiche”. E’ quanto ha detto oggi a L’Aquila il presidente di Confindustria Abruzzo, Mauro Angelucci, che ha reso nota l’indagine semestrale sull’Industria abruzzese relativa al primo semestre 2011, giunta alla 29/esima edizione e realizzata dal Centro studi di Confindustria Abruzzo. La ricerca di Confindustria evidenzia un sistema economico regionale ancora in forte affanno che risente dell’andamento non positivo dell’economia nazionale e di quelle dei principali paesi industrializzati.
“In questi giorni” ha sottolineato Angelucci “stiamo vivendo a livello nazionale un rinnovamento, speriamo sia il cammino giusto. Ci auguriamo che questo nuovo governo possa avere effetti positivi anche sull’economia abruzzese”.
Per l’economista Pino Mauro, “dobbiamo innescare un percorso di sviluppo immettendo tutte le risorse che abbiamo a disposizione sul mercato ed evitare che non ci sia più liquidità”. Meno del 25 per cento delle aziende nei primi sei mesi del 2011 ha fatto degli investimenti e le previsioni sono altrettanto nere tanto che gli imprenditori non prevedono investimenti. L’unico settore trainante sembra essere quello farmaceutico, nel quale aumentano l’utilizzo della capacità produttiva, il fatturato e l’export, e dove a effettuare investimenti e’ la maggioranza delle imprese.
Drammatica la mortalità nel settore manifatturiero con 251 aziende chiuse. Aumentano le esportazioni del 20 per cento circa rispetto al secondo semestre del 2010. Con riferimento agli ammortizzatori sociali, si evidenzia un contrazione significativa della Cassa integrazione ordinaria ed ancor superiore di quella straordinaria ma un’esplosione di quella in deroga. Particolarmente drammatica appare, infine, la contrazione di oltre il 35% delle domande di brevetto, il che denota un ulteriore riduzione della propensione all’innovazione degli attori economici residenti nella regione. Particolarmente grave, la situazione del settore legno e mobili mentre qualche elemento di positività c’è nel tessile, abbigliamento, calzature e pelle. Con riferimento alle previsioni sull’andamento dei principali indicatori produttivi e commerciali nel primo semestre 2011, si evidenzia una sostanziale tendenza alla stabilità con oltre il 50 per cento delle imprese intervistate che non ipotizzano variazione tra il più 0,5 per cento e il meno 0,5 per cento nei primi sei mesi dell’anno. Sul fronte del mercato del lavoro si registra un incremento del tasso di occupazione nel secondo trimestre dell’anno mentre i primi tre mesi avevano evidenziato una contrazione. La disoccupazione scende di oltre un punto percentuale rispetto al picco di dicembre 2010.
“Il quadro che esce dall’indagine semestrale di Confindustria conferma le nostre intuizioni e le nostre scelte di Politica Industriale” ha commentato il vice presidente della Regione, Alfredo Castiglione. “Dobbiamo insistere, infatti, sulla strada delle riforme strutturali e nel percorso di dotare il sistema economico regionale di attori che siano interlocutori forti, locali e credibili: i Poli di innovazione e le Reti di imprese. Un sistema che l’attuale Governo regionale sta ridisegnando e che vede, come elemento portante, il protagonismo delle imprese votate all’innovazione. Quello che ritengo più importante, qualsiasi nave potrebbe essere inghiottita dai flutti di un mare in burrasca, è mantenere l’orientamento prefissato per approdare al porto individuato come più sicuro. Il porto è rappresentato dalle riforme legislative messe in campo come la riforma dei Consorzi fidi, dei consorzi industriali e la nuova legge sull’industria, che verrà portata in Giunta entro il mese di novembre. Con le riforme di sistema su menzionate, i risultati saranno decisivi per il nostro sistema regionale. La mia visione da sempre ha la caratteristica di essere prospettica e non è legata a dati congiunturali che, tra l’altro, assegnano all’Abruzzo un export molto positivo, un dato occupazionale in crescita e quello della disoccupazione in media con il valore nazionale. Noi dobbiamo lavorare per un Abruzzo che da solo possa in un futuro molto prossimo, reagire ed essere pro-attivo sulle situazioni congiunturali, che diventi attore protagonista e non spettatore passivo di eventi non controllabili. E’ un percorso complesso e articolato, ma è l’unico perché non possiamo farci distrarre da ciò che può essere indicato come urgente. Molte esigenze urgenti sono spesso vitali, ma bisogna restare fedeli al progetto e concentrare tempo, risorse ed energie su ciò che si ritiene più importante. Non sempre ciò che è percepito come urgente, in una scala di priorità è poi la cosa più importante. Spesso l’urgenza è soggettiva, mentre l’importanza deve essere oggettiva. Qualsiasi dato, qualunque analisi, qualsiasi informazione, anche negativa, circa lo stato di salute della nostra economia, non ci distrarrà dal nostro progetto, perché sappiamo che, attraverso le riforme epocali messe in campo, il cambiamento sarà decisivo per il futuro della nostra regione”.