Teramo. “Voglio che la mia regione abbia, a fronte di danni significativi e misurabili che si rilevano dal crollo di prenotazioni e da meno opportunità, uno strumento idoneo e rilevante.
Questa visita istituzionale deve aiutarci a fotografare e a rilevare quali possono essere le più adatte risposte di carattere normativo e finanziario. Dobbiamo considerare i cosiddetti danni indiretti perchè le comunità colpite possano trovare risarcimento e ripartenza”.
Nel suo intervento ha evidenziato come le conseguenze del maltempo si siano rilevate catastrofiche per commercio, turismo e servizi. “Portiamo i segni di una interruzione – ha aggiunto D’Alfonso – che in quella settimana ha portato movimenti sismici e una nevicata per oltre 20 milioni di tonnellate che si è abbattuta sull’Abruzzo e sulla vitalità economica e culturale della nostra regione.
La conseguenza è stato il blocco di uno dei servizi fondamentali quali la copertura di energia elettrica e, conseguentemente, la connessione telefonica. Infine la caduta verticale di fiducia si è avuta con le esternazioni della Commissione Grandi rischi.
In realtà, dopo il terremoto di agosto e ottobre 2016 – abbiamo trovato una pronta risposta normativa finanziaria e della governance che dà luogo alla rilevazione dei danni diretti da maltempo su beni pubblici privati e religiosi. Rimane senza nessuna copertura ciò che noi abbiamo patito come danni indiretti.
Abbiamo località turistiche che sono circondate dal vuoto, conseguenza della paura. Abbiamo bisogno, pertanto, di strumenti adeguati”.
Un altro importante tema che presenta profili d’urgenza toccata da D’Alfonso è stata la resistenza sismica dell’edilizia scolastica della regione.
“La nostra prima risposta – ha proseguito il Presidente – è stata mettere in campo la disponibilità di 30milioni di euro per tutte le verifiche sismiche che dovranno nutrire gli investimenti di edilizia scolastica. Servono spazi idonei per la formazione e l’educazione delle nostre giovani generazioni”.
Un decreto per l’emergenza maltempo. È quanto hanno chiesto, nel corso di un incontro “personale” con il premier Paolo Gentiloni, a margine della riunione in Provincia di Teramo di questa mattina, i sindaci dei comuni fuori cratere sismico ma duramente colpiti dal maltempo tra i quali quello di Notaresco Diego Di Bonaventura, di Castellalto Vincenzo Di Marco, di Cellino Attanasio Giuseppe Del Papa, di Atri Gabriele Astolfi.
Sindaci delusi per non essere stati invitati a quella che era “una riunione operativa e convocata all’ultimo momento”, come ha spiegato il presidente della Provincia di Teramo, Renzo Di Sabatino.
“Abbiamo detto al premier che serve un decreto per l’Abruzzo per l’emergenza neve – ha detto il sindaco di Notaresco, Di Bonaventura – non può far finta che in Abruzzo non sia successo nulla. Abbiamo capannoni industriali e agricoli crollati, famiglie evacuate, un territorio distrutto al quale noi adesso non sappiamo dare risposte. Il cuore ce lo mettiamo noi, abbiamo bisogno di risorse”. Sulla stessa linea i sindaci di Castellalto, Atri, Cellino Attanasio, ma anche quelli della montagna teramana.
“Noi siamo fuori da ogni decreto, non siamo nel cratere, non c’è quello sul maltempo, non abbiamo certezze se la somma urgenza verrà rimborsata”, dice il sindaco di Cellino Attanasio, al quale si unisce il coro della montagna teramana.
“Neanche invitati alla venuta del presidente Gentiloni – afferma il primo cittadino di Castel Castagna, Rosanna De Antoniis – però mi sono infiltrata ugualmente e ho avuto la possibilità di parlare direttamente con il premier al quale ho rappresentato le difficoltà dei nostri territori, come Castel Castagna, Isola del Gran Sasso, Colledara, Pietracamela”.
E di aiuti ad hoc ha parlato anche il sindaco di Pietracamela: “Il premier ha detto che non ci lasceranno soli, che saranno presi provvedimenti speciali e che ci darà anche la banda larga – dice Michele Petraccia – noi invece abbiamo bisogno di essere assistiti, non possiamo desertificare la fascia appenninica teramana”.