Pescara. “Il 27 gennaio del 1945 l’Armata Rossa entrava, per la prima volta dopo anni, nel campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau e, in quel preciso momento, il mondo intero scopriva l’orrore e l’abominio che si erano consumati all’interno di quei luoghi dove erano state volutamente assassinate molte centinaia di migliaia di uomini, donne e bambini”.
Con queste parole il Consigliere regionale di Sinistra Italiana Leandro Bracco ha presentato il progetto di legge sull’istituzione del Treno della Memoria abruzzese.
Per comprendere la crudeltà dei fatti basta riascoltare il racconto dei soldati sovietici. Il generale Vasily Petrenko: “Ciò che abbiamo visto non si può immaginare nemmeno in un incubo: migliaia di scheletri viventi che non avevano nemmeno la forza di tenere in mano un cucchiaio. Allungavamo delle scodelle di zuppa e loro mangiavano immergendoci le dita dentro e succhiandosele.
Era chiaro che su Auschwitz incombeva qualcosa di terribile: ci chiedevamo a cosa fossero servite centinaia di baracche, quelle ciminiere, certe stanze con le docce che emanavano un aroma strano. Pensai a qualche migliaio di morti, non allo Zyklon B e alla fine dell’umanità”.
“Da questa testimonianza emerge l’abisso di violenza in cui l’uomo è riuscito a cadere – precisa Bracco – che poi si chiede: “Cosa c’è di peggio dell’uccidere un bambino o una bambina con il gas o bruciarlo vivo in un forno crematorio?”.
Questa terrificante esperienza deve essere di monito e insegnamento per non commettere nuovamente gli errori-orrori del passato, a maggior ragione nel contesto storico contemporaneo caratterizzato da notevolissimi flussi migratori che, strumentalizzati da alcune forze politiche nazionali ed estere, hanno riportato nel dibattito politico termini che si pensavano essere sepolti come ad esempio “espulsioni di massa”, “costruire muri” e “deportazioni di massa”.
“Purtroppo il tempo trascorre inesorabile e la voce degli ultimi sopravvissuti va lentamente spegnendosi – ricorda Bracco – e con essa la forza incisiva e notevolissima che può avere il racconto di un uomo o una donna che hanno visto l’inferno con i propri occhi ma soprattutto l’hanno vissuto”.
Numerose sono le iniziative tese a tramandare il ricordo e la conoscenza dell’orrore nazista: fra queste ricordiamo la legge n. 211 del 20 luglio 2001 che ha istituito il “Giorno della Memoria”, ovvero il 27 gennaio di ogni anno è dedicato alla commemorazione delle vittime dell’Olocausto di matrice hitleriana.
Inoltre in diverse realtà italiane è attivo il progetto denominato “Il Treno della Memoria” che prevede l’organizzazione di viaggi nei luoghi della deportazione dove i ragazzi delle scuole hanno la possibilità di visitare il campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau ripercorrendo dall’Italia alla Polonia il percorso tristemente compiuto negli anni ’40 del secolo scorso dai deportati.
Questi viaggi sono per i partecipanti un itinerario educativo finalizzato a contestualizzare, testimoniare e soprattutto ricordare la barbarie nazista e l’Olocausto. “Questa proposta di legge – spiega Bracco – vuole istituire il Treno della Memoria abruzzese che ogni anno, in occasione della Giornata della Memoria, porterà gli studenti abruzzesi più meritevoli nei luoghi dove la Shoah è stata attuata”.
La proposta presentata in Consiglio regionale coinvolgerà annualmente un totale di 142 studenti, ovvero due tra ragazze e ragazzi per ognuno dei 71 istituti di scuola secondaria di secondo grado presenti sul territorio abruzzese a cui si aggiungeranno 71 accompagnatori (uno per ogni scuola) scelti fra i professori, genitori o altri soggetti che volessero partecipare all’iniziativa.
La Regione Abruzzo coprirà tutte le spese di trasferimento (mediante il treno) dalla Stazione centrale di Pescara a Cracovia oltre alle spese di soggiorno nella città polacca (la durata complessiva del viaggio è di quattro giorni) per un costo medio a persona di 1.100 euro e, pertanto, con una spesa complessiva annua di 234.300 euro.
In conclusione per Leandro Bracco “l’essenza più profonda di questa proposta legislativa è racchiusa in poche ma semplici parole: se comprendere è impossibile, conoscere è necessario, perché ciò che è accaduto può ritornare, le coscienze possono nuovamente essere sedotte e oscurate. Anche le nostre” (tratto da “Se questo è un uomo” di Primo Levi) .