Giulianova. “Il mare è un risorsa immensa per l’uomo che prende forma e direzione a secondo della gestione che ne viene fatta dall’uomo”. Il coordinatore Federpesca Abruzzo Walter Squeo lancia un allarme: il tonno rosso nelle acque dell’Adriatico e soprattutto di fronte alla propria costa teramana mette a rischio la pesca.
A rafforzare tale tesi è lo stesso armatore veterano della pesca al tonno rosso Arnaldo Camplone comandante dell’unità di pesca mp Antonella Luce, il quale ha affermato che “la presenza di questi grossi pelagici i quali sono dei veri e propri predatori mangiano grandi quantità di pesce di tutte le varietà e cosi questo potrebbe essere un altro motivo che va ad infierire sull’impoverimento del pesce azzurro nelle nostre acque. In questo momento i tonni rossi possono essere pescati ma in minime quantità dai pescherecci siciliani che sono attrezzate di palangaro, basti pensare che tali specie per arrivare ad un peso di 30 kg devono mangiare una quantità di pesce che va dai 16 mila ai 18 mila kg di pesce, quindi tantissimi banchi di piccoli pesci vengono sterminati da questi voraci predatori e poi il tonno rosso comincia a riprodursi a 3 anni perciò il ragionamento è lampante e la deduzione logica a che servono i soliti fermi biologici se ci sono i tonni che fanno razzia ai fondali? Allora pensiamo a trarne frutto da questa presenza nel nostro mare abruzzese con questa crisi che ci troviamo ad affrontare, sfruttiamo la pesca del tonno rosso in modo tale da poter ammortizzare i gravi colpi che la crisi ci sta affliggendo, questo è un appello che facciamo ai politici che di mare non vivono ma vivono di carte e burocrazia”.
Inoltre l’armatore Arnaldo Camplone, per rispettare le nuove leggi della Comunità Europea, dovrà demolire la propria tonnara, l’ultima tonnara abruzzese.
“Tutto ciò per seguire alla lettera le leggi comunitarie quando poi il mare si affolla di tonno rosso e tutto ciò non è un beffa?” ha aggiunto Walter Squeo, precisando che “a pochi chilometri da noi difronte alla nostra costa e praticamente in Croazia questi signori agiscono liberamente senza seguire nessuna regola o regolamento pescando di tutto per non parlare del Giappone, dove addirittura pescano anche i nostri carissimi amici delfini. Effettivamente da noi si sta facendo di tutto per distruggere il mondo peschereccio applicando alla lettera i vari regolamenti comunitari redatti all’epoca da qualcuno che di mare non conosceva nulla se non un posto dove andare in vacanza d’estate”.