Lo annuncia Maria Rita D’Orsogna, Docente al Dipartimento di Matematica della California State University a Northridge, che ribadisce che “le ispezioni sismiche si eseguono tramite violentissimi spari di aria compressa rivolti verso i fondali marini. Le onde riflesse forniscono informazioni sui giacimenti di idrocarburi nel sottosuolo. Numerosi studi scientifici mondiali attestano la loro estrema dannosità per le specie marine: gli spari airgun possono causare spiaggiamenti, lesioni, morte di cetacei, pesci e specie bentonitiche anche a centinaia di chilometri di distanza dal punto di impatto.
Chi è la Spectrum? Seconda la studiosa è una società a responsabilità limitata che intende commercializzare i suoi dati a ditte straniere Per la D’Orsogna “data l’entità del progetto e la vicinanza alla riva delle ispezioni sismiche, il rischio a cui si va incontro e’ di avviare un irreversibile processo di petrolizzazione dell”Adriatico intero con pozzi e infrastruttura petrolifera lungo il litorale, rischi di subsidenza, scoppi, perdite di petrolio, deturpazione del paesaggi, stravolgimento della qualità della vita e pochissimi benefici per i cittadini italiani. Il mare Adriatico è un mare fragile, chiuso, con lenti ricambi di acqua, già sottoposto a decine e decine di concessioni petrolifere avanzate che ripetutamente affermano ai loro investitori che trivellare in Italia è facile ed economicamente conveniente. Lo stesso scenario si ripete nel mar Ionio e in Sicilia”.
La studiosa americana di origine abruzzese, Dante Caserta (WWF), Fabrizia Arduini (Emergenza Ambiente Abruzzo) e Guido Pietroluongo (Italia Anti Whaling Events) lanciano un appello rivolto al Ministero dell’Ambiente, alla classe dirigente delle regioni interessate a farsi portavoce delle preoccupazioni dei cittadini e di attivarsi per leggi che proteggano maggiormente il patrimonio ambientale comune.