Due le questioni che Ruffini ha posto sotto osservazione e che rischiano di ridimensionare la parte teramana del Gran Sasso. Il 17 febbraio scorso, a Roma, è stato sottoscritto un Protocollo d’intesa tra Governo, Regione Abruzzo, Provincia de L’Aquila ed altri Enti locali per lo sviluppo degli impianti sciistici dell’aquilano. “Nel protocollo” commenta Ruffini “vengono individuati 70 milioni di euro per gli investimenti, ma nell’atto non c’è il comprensorio del Gran Sasso teramano”. Nel Fas (Fondo Aree Sottosviluppate), inoltre, inizialmente c’erano finanziamenti pari a 12,5 milioni di euro per la funivia di Prati di Tivo “ma nella bozza di giugno, rimodulata dalla Giunta regionale, sono diventati 11,4 milioni di euro”.
“Ho chiesto se è possibile ripristinare la previsione del Fas pari a 12,5 milioni di euro a disposizione del progetto della funivia di Prati di Tivo” spiega Ruffini “e se è possibile inserire con apposito Atto integrativo nel Protocollo d’intesa il comprensorio sciistico del Gran Sasso teramano, i cui comuni di Pietracamela e Fano Adriano fanno parte dell’area del cratere. Il problema è serio, perchè se da un parte vengono tagliati i Fas per la funivia dall’altra il comprensorio teramano rischia di non poter accedere ai finanziamenti previsti dagli Accordi di Programma previsti dal Protocollo d’Intesa. Il risultato è un salto nel passato che ci riporta ad un montagna teramana isolata, senza opere pubbliche, con impianti obsoleti, insomma fuori dai giochi turistici regionali”.
In questa situazione si inserisce anche la vicenda della Gran Sasso Teramana spa, la società mista che gestisce impianti sciistici ricadenti nei comuni di Pietracamela e Fano Adriano.
I progetti di ammodernamento e ampliamento degli impianti sciistici di Prati di Tivo e Prato Selva che la Gran Sasso teramano spa ha presentato rischiano di non vedere attuazione, in quanto queste leggi non hanno copertura finanziaria e nel bilancio regionale è difficile reperirli. Non solo, con la diminuzione dei Fas (da 12, 5 a 11,4 milioni di euro) e con l’esclusione dal Protocollo d’intesa della montagna, la Gran Sasso Teramana spa si ritrova ad aver contratti mutui onerosi che ora rischiano di indebitare pesantemente la società costretta a versare ogni anno una quota di interessi sui mutui alle banche( pari a 500 mila euro) per gli impianti di risalita di Prati di Tivo già realizzati ed inaugurati.
“Con il reintegro del Fas” aggiunge Ruffini “la Gran Sasso Teramana spa estinguerebbe il mutuo mentre ora non sa dove andare a trovare l’altro 1,1 milione di euro mancante. Altra soluzione potrebbe essere intercettarli con gli accordi di programma del Protocollo d’intesa, ma il Teramano non è compreso”.