“Nell’agosto del 2010” spiega meglio Di Luca “l’assessore Castiglione ci ha proposto una bozza di riforma dei Consorzi che nel corso dei mesi è stata più volte modificata fino ad essere stravolta con il maxi-emendamento presentato in Commissione in maniera irrituale il quale è stato a sua volta sostituito in Consiglio regionale con un sub-emendamento dell’ultimo minuto che difatto ci riporta semplicemente ad un ulteriore proroga dei Commissari. L’assessore Castiglione esce da questa vicenda nel peggiore dei modi perché della sua impostazione originaria nulla è rimasto rispetto alla legge approvata. Purtroppo permangono tutti i problemi legati alla liquidazione del Consorzio Chieti-Pescara di cui nulla si dice, rispetto alle modalità di liquidazione. Rimane ancora sospesa la situazione dei dipendenti e delle risorse relative alle implementazioni dei servizi e della promozione dello sviluppo delle aree industriali. Ancora una volta si è persa l’occasione in tempi relativamente brevi di trovare delle soluzioni efficaci e soprattutto il centro-destra non ha colto l’opportunità attraverso questa riforma di riordinare la materia dello sviluppo economico di questa regione in maniera partecipata e condivisa dagli attori principali, cioè dagli operatori economici”.
Il commento di Cesare D’Alessandro (IdV). “Chi ha truccato le carte?”, se lo chiede il vice Capogruppo regionale dell’IdV, Cesare D’Alessandro. “Oggi, nella seduta di Consiglio regionale, è stata approvata per la prima volta una legge col trucco. I Consiglieri si sono visti consegnare un testo di legge che, all’ultimo momento, calpestando ogni norma statutaria e regolamentare, è stato sostituito con un altro completamente diverso, approvato dalla sola maggioranza dopo che l’opposizione, allibita per l’accaduto, aveva abbandonato l’Aula. Parliamo della riforma dei Consorzi industriali che, da oggi, è legge regionale, ma che lascia sul terreno una prima vittima: la democrazia. La maggioranza ha approvato una legge che entrerà in vigore fra tre anni, il cui unico scopo inconfessato è quello di garantire la prosecuzione dei commissariamenti non più possibili a norma di Statuto. Tutto il resto è carta straccia! Il Presidente del Consiglio, che dovrebbe essere garante di tutti i consiglieri, è sceso in campo con la maggioranza, evitando di fare l’arbitro; anzi, ha giustificato le nefandezze procedurali volute da Venturoni & Co. Nel merito della legge, la riforma di per sé non genera nulla, perché i primi effetti, se ci saranno, li conosceremo soltanto nel 2014. Tali sono i tempi che Chiodi ed i suoi boys si sono dati per la creazione della nuova azienda che dovrebbe sostituire i consorzi esistenti. Ma ciò che non può essere assolutamente oggetto di valutazione discrezionale è il rispetto delle regole, così pesantemente violate. Proprio per questo, chiedo sin d’ora di conoscere chi avrebbe dato l’ordine di consegnare il testo emendato soltanto alle ore 14:00 anziché ad inizio seduta, come prescritto dalle regole. E perché? Chi, inoltre, ha voluto nascondere fino all’ultimo secondo il contenuto dell’emendamento e con quali fini, visto che il Partito democratico aveva rinunciato all’ostruzionismo, peraltro neppure posto in essere dagli altri partiti dell’opposizione. Si preannuncia – conclude Cesare D’Alessandro – una valutazione sull’operato del Presidente Pagano di fronte all’intero Consiglio regionale, nella quale verrà coinvolto anche il Collegio per le Garanzie Statutarie, poiché le regole vanno rispettate sempre e comunque”.