L’Aquila. “Si chiede di sapere se, a parere della Codesta Autorità Contabile, l’Amministrazione regionale può disporre l’attribuzione di indennità accessorie non ricomprese nei C.C.N.L., qualora siano segnalati dipendenti con qualifica di dirigente o funzionario, incaricato di posizioni organizzative e/o di altre categorie”.
Questa la richiesta inoltrata, attraverso una missiva scritta, alla Corte dei Conti da parte del Presidente della Commissione vigilanza e consigliere regionale Mauro Febbo
alla luce della Delibera di giunta n.693/2016 dove viene costituita “una Task Force, composta da personale regionale individuato da ciascun Dipartimento assegnatario degli interventi del Masterplan – Patto per il Sud, alla quale viene attribuito uno specifico compenso aggiuntivo al trattamento stipendiale percepito pari complessivamente allo 0,2% dell’importo degli interventi”.
Ho deciso di scrivere – spiega Mauro Febbo – all’Autorità contabile, Sezione Regionale di Controllo, poiché ritengo sia esagerato l’ammontare di fondi pubblici assegnati a un gruppo di lavoro composto da dipendenti pubblici scelti tra l’altro senza alcun tipo di selezione.
Quindi, ho chiesto con una lettera alla Corte dei Conti di pronunciarsi per consentire la verifica dell’eventuale sussistenza di responsabilità connesse alla violazioni di disposizioni di legge che disciplinano sia la corretta gestione delle risorse pubbliche sia quanto previsto dal contratto collettivo.
Parliamo di una somma pari a ben tre milioni di euro da destinare a uno specifico e ben individuabile gruppo di lavoro e quindi credo che vada fatta chiarezza e se vi siano norme che regolino la materia. Infatti nella DGR n.693 del 5.11.2016 è previsto un compenso pari allo 0,2 dell’importo degli interventi (che ammontano a oltre 1 miliardo e 500 milioni di euro ripartito in 77 progettualità), quindi un super premio aggiuntivo di oltre 3 milioni di euro di fondi pubblici che vanno a sommarsi agli emolumenti da destinare a pochi fortunati che, in qualità di dipendenti della Regione, già percepiscono il proprio stipendio.
Mi preme inoltre ricordare – sottolinea Febbo – come la Corte dei Conti su questa materia si sia già espressa attraverso due pronunciamenti (delibera n.327/2010/PAR del 27.05.2010 e n.666/2010/PAR) dove viene ribadita la onnicomprensività del trattamento economico.
Pertanto – conclude Febbo – adesso auspico che anche in questo caso venga fatta chiarezza su una decisione che ritengo alquanto anomala e non in linea con la normativa vigente con il contratto collettivo nazionale del lavoro visto che parliamo della bellezza di tre milioni di euro sottratti ai progetti per pagare dipendenti regionali scelti, tra l’altro, a chiamata”.
In merito al comunicato sul Masterplan diffuso in mattinata dal presidente della Commissione vigilanza del Consiglio regionale, Mauro Febbo, il vicecapogruppo del PD in Consiglio regionale Alberto Balducci precisa quanto segue:
1) Il Masterplan è stato realizzato completamente in house a costo zero senza alcun aggravio per le casse pubbliche né con le costose assistenze tecniche utilizzate in passato;
2) La task force per l’attuazione del Masterplan, così come individuata nella delibera di Giunta regionale n. 693 del 5 novembre scorso e tuttora in fase di costituzione, non include e non includerà alcun membro dell’Ufficio di Presidenza della Giunta regionale;
3) I membri dell’Ufficio di Presidenza della Giunta regionale citati nella suddetta delibera hanno il solo ruolo di (verbatim) “soggetti deputati alla verifica, controllo e azione di sostegno ai Soggetti Attuatori, nonché quali interfaccia per i dirigenti regionali per il monitoraggio dell’attuazione degli interventi previsti nel Patto per l’Abruzzo” e per questo compito non percepiscono alcun compenso aggiuntivo rispetto a quanto previsto dal loro contratto di assunzione;
4) L’importo degli interventi sul quale calcolare gli emolumenti per la task force non è quello citato (1,5 miliardi di euro) bensì quello finanziato dal Cipe e riconducibile ai soli lavori, pari a circa 900mila euro lordi. La cifra va poi divisa per il numero dei componenti della task force (circa 35) e per il numero degli anni (circa 5-6) in cui si svilupperanno gli interventi, e ad essa va ovviamente detratta la somma dovuta per tassazione di competenza. Il totale netto per singolo componente dovrebbe aggirarsi sui 2.900 euro all’anno, ovvero meno di 250 euro al mese.
5) Le somme sono comunque soggette all’attuazione di apposito regolamento e al rispetto della normativa di settore.