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Editoria Abruzzo, accesso agenzie di stampa: graduatorie chiuse alle testate online

Il giornalismo online è il vero ciclone del nuovo millennio. Le notizie scorrono velocemente, con la loro capacità di attrarre il lettore, sempre più alle prese con le mille incombenze quotidiane, che spesso, non lasciano il tempo di sedersi comodamente in poltrona a sfogliare il classico quotidiano.

C’è chi dice che l’informazione online, un giorno, sostituirà definitivamente il cartaceo. Altri non la pensano allo stesso modo. Ma la realtà è una: il giornalismo online esiste, è sempre più affermato ed è strettamente legato alle nuove generazioni, gli “abitanti” della rete.

Correre dietro le notizie, per un giornalista, non è sempre facile: è suo, compito, certo, cercare, curiosare, indagare. Ma per gli eventi strettamente di cronaca, un valido sostegno è rappresentato dalle agenzie di stampa, nate proprio per fornire notizie “lampo” ad altri organi di informazione, come giornali, riviste, emittenti televisive e radiofoniche.

Fatta questa necessaria premessa, passiamo al punto della questione.

Sul Bura ordinario n. 37 dell’8 giugno 2011 è stato pubblicato l’avviso pubblico, riservato alle testate giornalistiche abruzzesi, per la distribuzione delle chiavi di accesso per la consultazione dei notiziari regionali delle Agenzie di stampa. Le domande, si legge sul sito della Regione, dovranno essere presentate entro il 23 giugno 2011. Le testate giornalistiche che hanno diritto, secondo quanto riportato nel bando, a richiedere la chiave di accesso dovranno compilare l’apposito modello di domanda.

Il punto è proprio qui: quali sono le testate giornalistiche che hanno diritto a partecipare al bando?

“Dal novero degli utenti professionali” si legge sul Bura “sono esclusi i giornali quotidiani distribuiti a pagamento attraverso la rete delle edicole e le agenzie di stampa quotidiane, i giornali online e le testate web nonché le emittenti radiotelevisive a diffusione nazionale, anche se aventi sede o redazioni nel territorio regionale e le riviste a qualsiasi cadenza periodica che trattano esclusivamente argomenti commerciali e/o pubblicitari. Sono, altresì, escluse le testate giornalistiche a carattere politico, sindacale o che hanno come proprio editore un ente pubblico, un ente locale o soggetti di diritto pubblico”.

“Questo significa” commenta il consigliere regionale dell’IdV, Carlo Costantini “che decine di operatori, spesso anche semplici volontari, che garantiscono l’informazione libera in un paese che Reportes sans Frontières colloca tra il 40 ed il 50 posto in tema di libertà di stampa, saranno costretti a pagare di tasca propria alcune migliaia di euro l’anno, se vorranno ottenere (o continuare ad ottenere) il servizio di ricezione delle agenzie di stampa. Questo è quanto deciso da Chiodi e ratificato con la deliberazione di Giunta. La verità fa paura a Chiodi e la rete, a differenza delle televisioni e delle testate giornalistiche alimentate periodicamente a marchette, che funzionano come veri e propri juke box, dove metti i soldi e ti cantano la canzone che desideri, non fa sconti a nessuno, nel bene e nel male. L’Italia dei Valori metterà in campo ogni azione, dentro e fuori le istituzioni, per assicurare che questa opportunità, quella di ricevere le agenzie di stampa – venga assicurata a chiunque faccia informazione libera e, quindi, primi tra tutti, ai giornali on line ed alle testate web”.

 

La replica dell’Ordine dei Giornalisti d’Abruzzo. “Fermo il diritto del capogruppo dell’Italia dei Valori alla Regione Abruzzo, Carlo Costantini, di chiedere nelle sedi competenti la modifica di una delibera di giunta che assegna alle testate locali il servizio di ricezione delle agenzie di stampa escludendo i giornali telematici, desta invece stupore l’attacco generico e offensivo verso tutte le altre testate giornalistiche e i giornalisti abruzzesi”. L’Ordine dei giornalisti dell’Abruzzo si dice stupefatto di alcune affermazioni attribuite all’esponente dell’Idv, secondo le quali “…televisioni e testate giornalistiche sono alimentate periodicamente a marchette, come veri e propri juke-box dove metti i soldi e ti cantano la canzone che desideri”.

“Già in altre circostanze” si legge nella nota dell’Odg “l’Ordine aveva invitato l’onorevole Costantini, non nuovo per la verità a intemerate di questo genere, a uscire dal generico e a dire come e dove si annidi la cattiva informazione, scritta, televisiva o online che sia. Stavolta, per la verità, Costantini ha fatto un passo in avanti, attribuendo tutto il bene a una parte (le testate online) e tutto il male ai restanti organi di stampa. Se discriminazione c’è stata verso una nuova area del giornalismo, come le testate online, nella deliberazione della Regione, è giusto che questo errore venga riparato. Ma senza per questo lanciare accuse assurde verso tutto il resto della stampa, sulla quale, sia detto per inciso, la presenza quotidiana dell’onorevole Costantini non sembra far pensare esattamente a un juke-box telecomandato”.

 

La precisazione di Carlo Costantini. “Leggo la nota dell’ordine dei Giornalisti e mi spiace davvero essere stato frainteso. Riferendomi ai juke box ed ai gettoni, pensavo fosse sufficientemente chiaro che mi riferissi solo a chi fa informazione a sportello. E comunque non ho alcuna difficoltà a chiedere scusa, ove il mio inciso sia stato ritenuto offensivo da qualcuno”.