L’obiettivo della regione amministrata da Nichi Vendola sarebbe duplice: da un lato consentire, attraverso itinerari, percorsi e ciclovie sicuri una reale diffusione del trasporto ciclistico come valida alternativa a quello privato a motore, dall’altro creare le condizioni per sviluppare anche in Puglia il turismo in bicicletta che muove ogni anno in Europa oltre 10 milioni di persone e che produce un fatturato di tutto rilievo, come,per esempio, la ciclovia del Danubio di 340 Km (1 milione di cicloturisti l’anno per 45 milioni di euro l’anno di fatturato) o la rete ciclabile Svizzera di 3.300 Km (4,7 milioni di cicloturisti l’anno per 95 milioni di euro).
L’aspetto pianificatorio del progetto di legge partirebbe dalla redazione del Piano Regionale della mobilità Ciclistica (PRMC) coordinato ed in sintonia, naturalmente, con le norme statali già in vigore e con gli altri piani e documenti già assentiti dalla Regione.
La legge, inoltre, accelerebbe il processo di pianificazione ciclabile all’interno di altri strumenti di pianificazione come i Piani Urbani della Mobilità – PUM (che non potrebbero perseguire gli obiettivi di decongestionamento stradale e riduzione delle emissioni atmosferiche, del rumore da traffico e dei consumi energetici senza un forte spostamento della mobilità motorizzata verso quella ciclistica) e come i Piani Urbanistici Generali – PUG e i Piani Territoriali di Coordinamento Provinciale – PTCP (che, secondo le direttive impartite dal Documento Regionale di Assetto Generale – DRAG a Comuni e Province, devono dotarsi di piani di reti ciclabili e ciclopedonali).
Tra gli interventi possibili per favorire la mobilità ciclistica sarebbero compresi, tra gli altri, anche la costruzione e dotazione di cicloposteggi attrezzati, liberi o custoditi, e di centri per il deposito, il noleggio e la riparazione di cicli prioritariamente in corrispondenza dei centri intermodali di trasporto pubblico e presso strutture pubbliche oppure la messa in opera di segnaletica, verticale e orizzontale, specializzata per il traffico ciclistico, nonché di segnaletica integrativa dedicata agli itinerari ciclabili.
“Cosa c’entra l’Abruzzo in tutto questo? – si chiede il CciclAT – c’entra in quanto la Puglia ha preso, per la stesura della sua legge, come riferimento la vigente legge lombarda e la proposta di legge sulla mobilità ciclistica della Regione Abruzzo. Una proposta di legge, quindi, che viene presa come riferimento da altre Regioni, ma snobbata dalla nostra, che pure potrebbe, in tempi brevi e con costi pari quasi a zero, rivoluzionare il sistema dei trasporti sia urbano che interurbano, favorendo una mobilità sempre più amata dai cittadini, come dimostrano le recenti manifestazioni che hanno avuto come protagonista la bicicletta. Non resta che sperare che i nostri consiglieri e assessori si sveglino dal loro torpore e si rendano conto che la mobilità ciclistica non è un vezzo per pochi ma è la soluzioni di tanti problemi (non solo legati al traffico, ma anche ad aspetti sociali, turistici, economici, ecc.) che interessano le nostre realtà territoriali. Chiediamo, quindi, con forza, che vengano subito sentite le varie associazioni e gli Enti interessati e che la legge venga approvata in tempi brevi”.
La proposta di legge regionale abruzzese sulla mobilità ciclistica