Imprese e istituzioni fanno rete: incontro a Pescara sul mondo della pesca

Fronte comune tra armatori, operatori e istituzioni, di tre diverse regioni, per tracciare le linee strategiche del comparto della pesca.

 

Nelle sede di Pescara dell’Assessorato alla Pesca Produttiva della Regione Abruzzo, infatti, si è tenuto un importante incontro tra gli armatori delle imprese di pesca aderenti al contratto di rete “Ma.Mol.Ab” che racchiude oltre 250 delle imbarcazioni di Marche, Abruzzo e Molise.
Un importate momento di riflessione e condivisione di intendi e proposte concrete dopo che le stesse imprese hanno aderito alla protesta dello scorso 28 ottobre a Roma insieme alle marinerie di tutta Italia manifestando l’insoddisfazione per un sistema di gestione attuale della pesca nazionale che necessita di un radicale cambiamento.
Gli armatori presenti hanno pertanto ringraziato in particolar modo gli Assessorati alla Pesca delle tre regioni del Medio Adriatico per aver dato loro ascolto in questo particolare momento di difficoltà.
Ad aprire i lavori è stato l’Assessore alla Pesca della Regione Abruzzo Dino Pepe; per la Regione Molise era presente l’Assessore Vittorino Facciolla e per la regione Marche erano presenti il consigliere regionale Urbinati e il dirigente Meconi.
Nel corso della mattinata è stato possibile discutere insieme delle diverse problematiche inerenti l’attività di pesca e le imprese aderenti a “Ma.Mol.Ab” si sono mostrate disponibili a collaborare con le istituzioni regionali consegnando anche dei dossier specifici affinché i tre Assessorati Regionali possano chiedere al Direttore Riccardo Rigillo un incontro per pianificare con i referenti tecnici del Ministero gli incontri specifici per affrontare le varie questioni sollevate.
Il primo argomento di cui si è discusso è stata la legge n°154 riguardante l’inasprimento delle pene ed ispirata solo a concetti di base punitivi o repressivi, che non prevede un sistema di premialità a chi invece rispetta le normative comunitarie e ponendo sullo stesso livello di gravità penale delle azioni troppo diverse tra loro.
Il neo presidente di “Ma.Mol.Ab” Basso Cannarsa ha evidenziato come oggi il pescatore che pesca con attrezzi da pesca regolamentari e in zone di mare ove la pesca è consentita e accidentalmente cattura una specie non bersaglio o piccoli quantitativi sottomisura non può essere punito penalmente e soprattutto non può essere equiparato a chi pesca con attrezzature vietate, in zone di nursery o compie azioni di contrabbando. Non solo, pone in evidenza come l’art.90 del Reg. Comunitario 1224/2009 esplicita che “oltre all’art.42 del Reg. CE n.1005/2008 sono considerate infrazioni gravi anche le attività in funzione della gravità determinate dall’autorità competente dello Stato membro (cioè dall’Italia), che dovrebbe tener conto di criteri quali la natura del danno arrecato, il suo valore, la situazione economica del trasgressore e la portata dell’infrazione o la sua reiterazione. Risulta dunque davvero inopportuno e altamente squilibrato che lo stato membro Italia punisca con una multa di 5.000 euro, 5 punti sulla sua licenza di pesca e 5 punti sul suo libretto di navigazione chi commette 50 euro di infrazione.
Il Vice Presidente di “Ma.Mol.Ab” Pietro Ricci, presidente dell’Associazione Nati in Adriatico di San Benedetto del Tronto, ha sollevato ai referenti istituzionali del problema della cassintegrazione non retribuita per gli armatori imbarcati anche per il 2015 con il criterio della retroattività.
Enrico Bigoni, Presidente della Cooperativa Armatori di Ancona, ha illustrato insieme ad Emilio Caselli il problema relativo all’applicazione delle nuove normative in materia di etichettatura e tracciabilità che, insieme ai regolamenti n.1224 e 404 riguardanti i sistemi blu box e logbook, non tengono conto delle effettive dinamiche collegate alle attività di pesca e alle operazioni di sbarco e pesatura che avvengono nei porti italiani, molto diversi da quelli del nord Europa a cui si ispirano la maggior parte delle normative comunitarie. Parlare di tolleranze del 10% di peso a cassette di pesce che nel giro di poche ore possono avere un calo nettamente maggiore per fattori legati al “calo peso” o allo scioglimento del ghiaccio è decisamente improponibile, così come pretendere che i pescherecci di stazza medio – piccola, con 2/3 persone di equipaggio, possano compiere operazioni di prima pesatura a bordo in considerazione dell’instabilità dell’imbarcazione, specie con cattive condizione meteo. Inoltre c’è da considerare che l’equipaggio delle imprese di pesca che operano in Adriatico, finisce di selezionare il pescato dell’ultima “bordata” solo pochi minuti prima dello sbarco.
Vincenzino Crescenzi, presidente della “O.P. Abruzzo Pesca” ha illustrato ai presenti il documento propositivo di redazione ed attuazione di un Piano di Gestione Locale per i piccoli pelagici in Medio Adriatico, essendoci oggi tutte le condizioni necessarie considerando sia l’unione di intendi delle imprese di pesca locali sia l’omogeneità morfologiche e naturalistiche delle aree di pesca. Ha inoltre evidenziato come le imbarcazioni adibite ai sistemi di pesca a volante e circuizione (lampara) stiano vivendo un momento di crisi storica, non facendo reddito a causa del proliferare dei tonni che non solo non permette la cattura delle alici e sarde ma distrugge le reti da pesca.
E’ stato inoltre discusso di come sia necessario un tavolo tecnico per discutere sulle modalità di gestione di una pesca ecosostenibile sulla zona di pesca denominata “Fossa di Pomo” che i pescatori in primis intendono salvaguardare con specifici piani di tutela dell’area.
Come ultimo argomento di discussione, “Ma.Mol.Ab” ha consegnato tra i documenti anche copia della proposta inviata al Presidente della Regione Molise per l’avvio del procedimento per costituzione “Distretto Medio Adriatico” tra le Regioni di Marche, Abruzzo e Molise, data la piena disponibilità e condivisione progettuale espressa dal Presidente Paolo Di Laura Frattura .
A tal proposito li esponenti degli Assessorati regionali hanno espresso vivo apprezzamento allo stimolo che “dal basso” ha spinto le imprese della pesca di Ma.Mol.Ab. a presentare tale invito all’avvio della procedura e convengono come il Distretto possa essere davvero “un’azione pilota innovativa” data la presenza attiva e propositiva delle imprese, a differenza di altre realtà che nascono in maniera opposta, dall’alto. Può rappresentare una reale opportunità di sviluppo di una pesca ecosostenibile, e allo stesso tempo redditizia per le aziende.
Il Distretto del Medio Adriatico che dovrà nascere con il coinvolgimento delle realtà della sponda orientale dell’Adriatico, potrà essere un’importante strumento per attuare quelle azioni che Mamolab propone dal basso, come ad esempio il piano di gestione dei piccoli pelagici che può rappresentare un’azione pilota per gli altri sistemi di pesca. I contenuto ci sono già e sono in linea con le indicazioni della Comunità Europea.
In conclusione le imprese hanno nuovamente ringraziato le istituzioni regionali presenti per aver dato l’opportunità di ascolto e per essersi resi disponibili ad intraprendere insieme un percorso per la risoluzione dei problemi della pesca che oggi risulta di vitale importanza se si vuol continuare a tutelare e preservare non solo la risorsa ittica e la biodiversità marina ma anche l’antico mestiere del pescatore. Coniugare le due finalità è possibile ma solo attraverso una comunione di intendi e soprattutto la buona volontà di collaborare tutti insieme, partendo però dai pescatori.

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