Pescara. Piu di 15 le associazioni dei disabili abruzzesi, con l’Anfas capofila, che hanno proclamato da oggi una mobilitazione generale a tempo indeterminato, per protestare contro i pesanti tagli al sociale operati dalla Regione Abruzzo, a partire dall’abrogazione dei fondi per l’abbattimento delle barriere architettoniche negli edifici privati.
La protesta culminerà venerdì 27 maggio in una manifestazione che si terrà dinanzi la sede pescarese della Regione in viale Bovio. In quell’occasione centinaia di disabili abruzzesi si presenteranno con carrozzine vuote in segno di protesta per una situazione divenuta non più sostenibile: “Chiederemo ad assessori e consiglieri regionali di sedersi sulle nostre carrozzine e fare un giro per la città per vedere e capire oggi cosa significa vivere su una sedia a rotelle”, ha dichiarato Claudio Ferrante, dell’ufficio disabili del Comune di Montesilvano e presidente dell’associazione Carrozzine determinate, “Se non avremo risposte, o peggio ancora saremo ignorati, certo non ci fermeremo, ma andremo avanti nella nostra protesta, fino a occupare la sede della Regione Abruzzo all’Aquila”. Determinati a porre in essere ogni azione, “anche la più eclatante” per vedere riconosciuti i nostri diritti, oggi calpestati. “Con le nuove norme di legge, oggi i disabili abruzzesi sono prigionieri nelle loro case”, continua Ferrante.
Con un provvedimento retroattivo al 2007, il governo regionale ha infatti annullato i fondi della Legge 13 del 9 gennaio 1989, riguardante le innovazioni da attuare negli edifici privati, dirette a eliminare le barriere architettoniche, e che quindi ora saranno a totale carico dei disabili. Di conseguenza migliaia di malati, affetti da cecità, sordomutismo, paraplegia, distrofia muscolare, Sla, sclerosi multipla, non potranno più percepire i contributi già autorizzati dalla Regione Abruzzo a partire dal 2007, per i quali hanno dovuto anticipare le spese e quindi non avranno più la possibilità di rendere accessibile la propria abitazione attraverso l’installazione di rampe o ascensori necessari per poter entrare e uscire di casa.
“I tagli effettuati sul sociale dalla Regione Abruzzo”, ha concluso Ferrante, “penalizzeranno soprattutto le fasce sociali più deboli, con una forbice che andrà da un minimo del 35 per cento a un massimo del 70 per cento”.
Tra le richieste delle associazioni: il ripristino delle risorse a favore delle persone con disabilità e delle loro famiglie, a partire dal Fondo Regionale sulle Politiche Sociali, il riipristino immediato dei contributi previsti dalla Legge n. 13/1989, la piena ottemperanza della Legge Regionale n. 53/1995 circa l’istituzione del Comitato Regionale per le Politiche dell’Handicap, “già esistente e mai stata applicata”.
La mobilitazione, quindi, passerà per la tappa di venerdì, quando le associaizioni porteranno davanti al palazzo della Regione stampelle, bende, tappi per orecchie, passeggini e carrozzine vuote come atto simbolico per far vivere ai politici regionali le difficoltà create dalle barriere architettoniche a mamme con bimbi piccoli, anziani, disabili visivi, sordomuti e tutti coloro che hanno problemi motori temporanei o permanenti: “Una simile provocazione offrirà una visione alternativa della città agli amministratori regionali e servirà a sensibilizzarli alle difficoltà materiali che si incontrano giornalmente quando non ci si può muovere liberamente. Questo perché chi è responsabile delle decisioni politiche deve rendersi conto che le stesse influiranno su una imponente fetta della popolazione abruzzese portatrice di handicap”, conclude Ferrante.
Daniele Galli