La maggioranza, tuttavia, ha deciso di “disertare” l’appuntamento, facendo così mancare il numero legale. E subito è esplosa la protesta della minoranza che, per bocca del capogruppo del Pd in consiglio regionale, Camillo D’Alessandro, afferma senza mezzi termini: “Dopo le botte di ieri oggi il centro-destra fugge dall’aula. Meglio evitare l’argomento dopo la batosta elettorale, avranno pensato in casa Pdl. I soldi non ci sono, i comuni hanno anticipato urgenti interventi ed ora sono in ginocchio, la viabilità rimane tutta danneggiata, cosa dire? Cosa fare? Far mancare il numero legale, è l’ultima arma che rimane alla maggioranza e che scatena il fuoco di polemiche”.
“I Chiodi” ironizza ancora D’Alessandro “hanno un destino prestabilito, quello di essere battuti ed i cittadini hanno già cominciato. Intanto l’Abruzzo rimane ferito a L’Aquila e nel Teramano, la nostra Regione si è trasformata in un’auto con due gomme forate, ferma, immobile che non fa un passo in avanti. Forse Chiodi non voleva farsi ricordare che il suo collega Zaia per l’alluvione ha ottenuto 380
milioni di euro e lui zero. Ma il nostro presidente si consola scrivendo su facebook, contento lui, ma gli abruzzesi proprio non lo sono”. E aggiunge: “Gli porteremo la Teramo alluvionata sotto casa sua, così sarà costretto ad occuparsene. Visto che fugge dalle Istituzioni non ci rimane altro da fare che portare in piazza l’Abruzzo reale, diverso dai voli pindarici di un presidente e di una maggioranza che hanno smarrito il senso della realtà”.
Sull’argomento interviene anche il consigliere regionale Claudio Ruffini, secondo cui “Chiodi ha voltato le spalle a Teramo e ai teramani”.
“E’ vergognoso” commenta “che né il presidente della Regione né gli assessori regionali di Teramo abbiano partecipato alla seduta del consiglio straordinario. L’aula vuota ha finalmente reso palese ai
teramani due cose: di questi rappresentanti non ci si può fidare e Chiodi non ha più una maggioranza. Continueremo a seguire la vicenda sui territori portando le nostre rivendicazioni in tutte le sedi opportune”.
Secondo il consigliere Giuseppe Di Luca, poi, “Chiodi e la sua giunta prendono in giro i sindaci e non rispettano gli impegni presi. Avevano detto che avrebbero rimborsato tutte le somme urgenze, invece dopo i proclami ed il vanto di aver gestito questa emergenza in tempi record oggi si è rivelato un vero e proprio bluff. Dopo oltre due mesi, dei soldi per il teramano non vi è traccia e sulla costa solo l’intervento dei sindaci ha permesso di ripulire le spiagge in vista della stagione estiva”.
Con l’odierna seduta straordinaria del Consiglio si chiedeva, appunto, di impegnare il Governo nazionale ad individuare risorse destinabili all’Abruzzo.
“Di tutto ciò Chiodi ha preferito non parlare” concludo il vice capogruppo regionale IdV Cesare D’Alessandro “e, offendendo le Istituzioni, ha preferito fuggire come fanno i pavidi quando si tratta di affrontare problematiche serie. La cosa è ancora più grave, perché Chiodi proviene dalla provincia di Teramo e ben conosce ciò che è successo con l’alluvione dell’1 e del 2 marzo scorsi”.