Evitare “inutili” strumentalizzazioni. Questo l’intento dell’assessore regionale alle Politiche Sociali Paolo Gatti, che interviene sulla proposta di legge di riordino degli Ipab (Istituti pubblici di assistenza e beneficenza) e alla loro trasformazione in ASP (Aziende di Servizi alla Persona), al vaglio del Consiglio Regionale.
“Il testo di legge” precisa Gatti “già prevede, all’art. 4 comma 10, l’istituzione di un’Azienda per ogni provincia con possibilità di costituirne un’altra in presenza di particolari situazioni patrimoniali o territoriali in grado di assicurare globalmente, senza pregiudizio alcuno, l’ottimale svolgimento delle attività in entrambe le aziende. A tal proposito anticipo che è mia intenzione avvalermi della possibilità offerta dal testo al fine di considerare situazioni particolari, quali ad esempio quella di Sulmona. E’ evidente, inoltre, che non si potrà, tuttavia, fare divenire regola un principio d’eccezione e che non consentirò, conseguentemente, una proliferazione di Aziende di Servizi alla Persona con la perpetuazione degli oltre 100 Consigli d’Amministrazione attuali”.
Il testo di legge di riforma degli Ipab, promosso dallo stesso assessore, è stato approvato lo scorso settembre dalla Giunta regionale ed è poi passato al vaglio della V Commissione Consiliare, che lo ha emendato e licenziato con parere favorevole.
“E’ una riforma urgente, doverosa e economica” aggiunge Gatti. “Urgente perché da discutere all’inizio della legislatura e non come preferito da altri alla fine, per evitare che una volta ancora questa legge si areni, scientemente, a pochi passi dal traguardo. È una riforma doverosa, perché l’Abruzzo resta tra le ultime regioni italiane a recepire la normativa nazionale e a istituire le ASP. È una riforma economica, perché accorpando i patrimoni degli attuali istituti nelle ASP, si garantisce una gestione organica degli Istituti, si creeranno pochi centri di spesa con una massa critica di risorse, così da migliorare i servizi ai cittadini in modo diffuso e omogeneo su tutto il territorio, con il merito di ridurre costi e poltrone: infatti dell’esercito composto dagli oltre 200 amministratori, revisori di conti e commissari, resteranno meno di 20 consiglieri di amministrazione”.