“Poliedrico, irriverente, capace di affascinare tante donne e di dileggiare, allo stesso tempo, amici ed autorità, Re e Duce inclusi, senza fare sconti a nessuno. Gabriele d’Annunzio: è, senza alcun dubbio, uno dei grandi della cultura italiana e non poteva essere scelto un personaggio migliore per rappresentare l’Abruzzo al Salone internazionale del Libro di Torino. Sono grato, per questo, alla scrittrice Dacia Maraini che ormai è un’abruzzese acquisita”.
Così l’assessore regionale alle Politiche culturali, Luigi De Fanis, in apertura dello spettacolo “Lettere d’amore. Lettere inedite di Gabriele d’Annunzio“, rilette in forma teatrale da Dacia Maraini che, ieri sera, ha riempito la platea della sala delle Regioni al Padiglione Oval. Uno spettacolo, curato dall’assessorato alle Politiche culturali, che ha visto alternarsi l’ascolto dell’incantevole voce dell’attrice Pia degli Esposti, in grado di regalare emozioni con la rilettura delle lettere del Vate a Barbara Leoni, alle suggestive proposte musicali dei clarinettisti del Quartetto italiano Settimi. Il dibattito sulla figura di d’Annunzio e sulla sua colossale produzione espistolare è stato, invece, animato, oltre che dalla stessa Maraini e dall’assessore De Fanis, dalla studiosa dannunziana, Annamaria Andreoli, dalla giornalista televisiva, Merisha Colakovic, e dall’esperto teatrale e marainiano, Eugenio Murrali. “Oggi d’Annunzio potrebbe essere uno di quei giornalisti, cosiddetti scomodi” ha aggiunto l’assessore “che tanto fastidio danno ai palazzi del potere. Una cosa è certa: il Vate aveva l’Abruzzo nel cuore ed è noto che la sua terra d’origine è stata per lui fonte di grande ispirazione. Infatti, molti dei suoi capolavori sono stati prodotti nell’isolamento del suo amato eremo, di fronte a quello splendido scenario della costa dei trabocchi”.