La legge si propone di consentire a soggetti che soffrono di patologie croniche o menomazioni anatomiche o funzionali, di ottenere i mezzi e le risorse per poter meglio affrontare la loro condizione, per poter organizzare autonomamente i propri tempi di vita, per meglio essere assistiti, curati e riabilitati.
In sostanza, sarebbero due gli interventi previsti: quelli finalizzati a consentire l’adesione ai principi della “Vita Indipendente”, che sostanzialmente sono portatori di menomazioni anatomiche o funzionali, generalmente stabilizzate ma che necessitano di assistenza, riabilitazione, sostegno e cure personali. E quelli finalizzati a consentire a coloro che soffrono di patologie neuromotorie evolutive di potersi curare e riabilitare nel migliore dei modi. Si tratta prevalentemente di soggetti affetti da malattie neurologiche o muscolari, in particolar modo i malati di Sclerosi Laterale Amiotrofica (SLA), Sclerosi Multipla (SM), Distrofia Muscolare Progressiva (DMP), i quali vanno incontro, in genere, ad un progressivo peggioramento della loro patologia, che porta ad un lento ma inarrestabile declino delle propria capacità neuromotorie. Hanno, quindi, bisogno di risorse per poter provvedere nel migliore dei modi alla propria assistenza e cura.
Obiettivo di tale legge è quello di “sperimentare e individuare” interventi per la gestione delle disabilità croniche soprattutto con la diffusione dell’assistenza a domicilio.
La proposta di legge prevede la possibilità di erogare prestazioni alle persone non autosufficienti sostenendo l’impegno delle famiglie nelle attività di assistenza a favore delle persone malate non autosufficienti e a favorire percorsi che possano facilitare la domiciliarietà.