In una conferenza stampa Fabrizio Di Stefano, Filippo Piccone e Andrea Pastore hanno infatti denunciato i manifesti affissi all’Aquila in cui sono stati ritratti i deputati Carla Castellani, Paola Pelino, Giovanni D’Elce, Sabatino Aracu, Maurizio Scelli e Marcello De Angelis. Tutti sono accusati di aver votato contro un emendamento presentato dal Partito Democratico sul processo breve che stralciava dal provvedimento in questione i reati legati a situazioni come quella dell’Aquila.
Oltre alle foto, ha destato scalpore una scritta riferita ai deputati: ”Tutto il dolore che ho provato, tutte le lacrime versate, la rabbia e il senso di impotenza, il male che ho sofferto e che mi ha determinato il desiderio di verità e giustizia. Tutto questo non lo auguro nemmeno al mio peggior nemico, ma a loro si”.
A commentare negativamente la protesta in questione soprattutto il senatore Fabrizio Di Stefano, che ha definito i manifesti “un’opera di sciacallaggio politico”. Non solo. Falsi e vergognosi, secondo Di Stefano si tratterebbe addirittura di “un vero e proprio attentato verso l’incolumità dei parlamentari, un’istigazione al reato”. Per questo motivo il senatore promette di agire per vie legali nei confronti di ignoti.
Il commento di Silvio Paolucci, segretario regionale del Pd. “Il processo breve è il simbolo di come il governo di centrodestra resti in vita solo per assecondare gli ordini di Berlusconi e salvarlo dai processi, anche a costo di umiliare il diritto alla giustizia degli aquilani. La nostra opposizione a questo scempio è totale. Ma augurare sofferenze personali a chi pure avendo altre opinioni si assume le proprie responsabilità politiche non e’ giustificabile ed e’ lontano dal nostro modo di fare opposizione e di continuare la battaglia politica. Per chiudere il medioevo di Berlusconi bisogna battere il centrodestra alle elezioni”.
(fonte foto: Abruzzoweb.it)