“Al fine di acquisire ulteriori evidenze scientifiche” si legge nel testo “non si procede alla definizione e attuazione del programma di localizzazione, realizzazione ed esercizio nel territorio nazionale di impianti di produzione di energia elettrica nucleare”. Nel contempo, viene affidata al Consiglio dei Ministri la definizione di una nuova Strategia energetica nazionale, che terrà conto delle indicazioni stabilite dall’Unione Europea e dagli organismi internazionali di competenza. Prima di essere approvata definitivamente dal Consiglio dei Ministri, inoltre, sarà sottoposta all’esame della conferenza Stato-Regioni e delle Commissioni parlamentari, come spiega una nota di Palazzo Chigi. Soddisfatte le opposizioni e i movimenti anti-nucleare, che definiscono la decisione “una grande vittoria”.
“Consapevoli che il quorum nel referendum di giugno sarebbe stato raggiunto e che la stragrande maggioranza degli italiani, di tutti gli schieramenti politici, sono contrari al nucleare” commenta il presidente nazionale di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza “il governo ha deciso di abrogare le norme per la realizzazione di nuove centrali atomiche. Salta quindi anche il referendum, ma non cala l’attenzione da parte delle associazioni che continueranno invece a vigilare affinché il nucleare cacciato ora dalla porta non si riaffacci dalla finestra, magari tra un anno, quando le acque si saranno calmate e l’incubo di Fukushima sarà meno opprimente. Questa grande vittoria del movimento antinucleare sia la spinta decisiva per avviare un nuovo piano energetico nazionale basato sulle fonti rinnovabili, che escluda definitivamente il ritorno all’atomo, rispondendo positivamente agli obiettivi internazionali e garantendo al Paese occupazione e sviluppo di qualità”.